Recensione: Cuerpo A Cuerpo
L’ostacolo della lingua è per molti insormontabile, soprattutto quando si parla di hard rock ed heavy metal. Così, se a gruppi storici e assurti a fama internazionale come i Baron Rojo e gli Heroes del Silencio “si perdona” il loro esprimersi in lingua madre, capita spesso di associare lo spagnolo più a i ritmi della disco dance da spiaggia (quante hit di pop latino ballabile ci dobbiamo sorbire ogni anno? Decisamente troppe!) che all’hard ‘n’ heavy, finendo per lasciare nel dimenticatoio band “minori” che per gli appassionati potrebbero risultare altresì interessanti. Tra di esse possiamo di certo menzionare i Sangre Azul, formazione spagnola dedita ad un hard rock/class metal 100% anni ’80, sulla scia di band come Europe, Dokken e Bon Jovi.
Il gruppo nacque a Madrid nel 1982 e all’epoca annoverava tra le sue fila José Castañosa alla voce, Carlos Raya e J.A. Martin alle chitarre, Julio Diaz al basso e Luis Santurde alla batteria. La vittoria di una competizione per giovani band, nel 1985, sembrava essere l’occasione ideale, per i cinque madrileni, per mettersi in mostra: il primo premio consisteva, infatti, nella possibilità di registrare uno split album in compagnia delle band seconde e terze classificate, Esfinge e Furya Animal, per la Fonomusic. I Sangre Azul si dissero, tuttavia, poco soddisfatti del risultato e decisero di registrare autonomamente un nuovo EP contenente le stesse quattro canzoni e di girare un videoclip. Di lì a poco Castañosa abbandonò la band e venne sostituito da Tony Solo, colui che in seguito divenne la voce ufficiale dei Sangre Azul e, grazie anche ai suoi contatti nell’ambiente, le cose incominciarono da allora a procedere per il verso giusto. Il 1987 fu l’anno del debutto sulla lunga distanza con “Obsesión”, un album che ricalcava un po’ le orme dei Whitesnake, ma il vero “botto” arrivò l’anno successivo con la pubblicazione di “Cuerpo A Cuerpo”, il disco che vide la dipartita di Luis Santurde (in seguito sostituito da Juanjo Melero) e che li consacrò come la risposta spagnola al pop metal a stelle e strisce.
Il sound di “Cuerpo A Cuerpo”, come è facilmente immaginabile, era decisamente hair metal oriented: dunque grandi melodie intonate da una voce che, in quanto a tecnica ed estensione, ben poco aveva da invidiare a Joey Tempest o a Jon Bon Jovi, chitarre robuste di diretta discendenza heavy metal, e un fortissimo utilizzo di tastiere sintetiche, dal suono oggi sicuramente demodé (come d’altronde le pettinature e il look ostentato in copertina) ma in ogni caso incanalato in un genere e in uno stile che faranno la felicità degli appassionati più open minded.
“No Eres Nadie” parte immediatamente con un riff di chitarra doppiato da tastiere esuberanti che lo collocano a metà tra i Bon Jovi dell’omonimo debutto e gli Europe di “Out Of This World” mentre la title track ha un bel giro ruvido e rotolante di estrazione Whitesnake: Il cantato di Tony Solo è pieno e convincente e la melodia è di quelle che avrebbero fatto invidia ai mostri sacri del genere; notevole anche l’assolo, veloce, tagliente e nel contempo armonioso come quelli del miglior George Lynch.
“Nacido Para Ganar” è più rockeggiante e stradaiola, terreno fertile per le scorribande chitarristiche di Raya e Martin con il loro stile heavy metal melodico di grande fattura, ma è con “Dueño Y Señor” che incontriamo il vero pezzo da novanta di “Cuerpo A Cuerpo”. Tema magniloquente, Tony Solo sugli scudi, assoli nello stile dei migliori Iron Maiden di metà anni ’80 e le tastiere a cesellare un’atmosfera 100% hair metal. Di nuovo class che strizza l’occhio all’AOR con “Si Tu Te Vas” e “Mil Y Una Noches”, canzoni dai refrain corali forse fin troppo zuccherini, mentre con “Noche De Acción” i Sangre Azul tornano a macinare dell’heavy tosto e sostenuto, addolcito solamente dall’ennesimo ritornello ultramelodico.
“Siguelo” è un hard rock arroventato dalle hookline formidabili, “Dame Tu Amor” parte con altrettanta grinta sulle esplosive strofe, salvo poi sciogliersi in un refrain corale che davvero poco c’azzecca, forse l’unico vero e proprio scivolone di quest’album. Chiude in bellezza la strumentale dai toni epici “Alejandria”, una vetrina per le grandi doti strumentali di Carlos Raya e J.A. Martin, qualitativamente allineata alle più celebri “Mr. Scary” ed “Aphasia”.
Il 1989 vide l’uscita di “El Silencio De La Noche”, l’ultimo album targato Sangre Azul e per certi versi l’album della maturità. I risultati di pubblico e critica ne decretarono il successo, tuttavia vari dissapori con la casa discografica e la crisi dell’hair/glam metal all’inizio degli anni ’90 furono le due cause principali del successivo scioglimento della band. A poco servì la reunion “fantasma” del 2005 con il solo José Castañosa alla voce, accompagnato da altri musicisti: il nome dei Sangre Azul era definitivamente sepolto assieme agli spettri di un’epoca che ormai non esisteva più. La loro musica era altrettanto legata a questa epoca e, per coloro che non fanno dell’hard/class/AOR una ragione di vita, potrà tranquillamente rimanere a prendere polvere sugli scaffali di un qualche ideale vecchio negozio, per tutti gli altri potrebbe rappresentare una piacevole scoperta in grado di competere con i giganti dell’hard melodico anni ’80 al di qua e al di là dell’Atlantico.
Stefano Burini
Discutine sul forum nel topic relativo ai gruppi metal spagnoli!
Tracklist
01. No Eres Nadie 04:32
02. Cuerpo A Cuerpo 04:00
03. Nacido Para Ganar 03:50
04. Dueño Y Señor 05:20
05. Si Tú Te Vas 03:45
06. Mil Y Una Noches 03:58
07. Noche De Acción 04:34
08. Siguelo 03:52
09. Dame Tu Amor 04:14
10. Alejandria (Instrumental) 04:15
Line Up
Tony Solo: voce
Carlos Raya: chitarra
J.A. Martin: chitarra
Julio Dìaz: basso
Luis Santurde: batteria