Recensione: Curve Sternum
I The Magik Way sono un duo italico attivo oramai dal lontano 1996. come molti degli appartenenti all’underground, nostrano e non, hanno vissuto una storia discografica assai convulsa e discontinua: 2 demo nei primi anni di vita, quelli che ancora iniziavano per 1. Dopodiché anni di silenzio, quasi 3 lustri, fino al 2013, quando esce un Full length, Materia occulta il nome, pubblicato dalla Sad Sun e distribuito dalla My Kingdom. Non si tratta però di un Full length vero e proprio, nasce invece dall’unione di materiale risalente, di nuovo, agli anni Novanta. Due anni dopo, vale a dire ora, è la volta del primo album vero e proprio, intitolato Curve Sternum. La formula di pubblicazione è la stessa, Sad Sun e My Kingdom, la formazione è un duo dal sapore vagamente Solefaldiano: Nequam è titolare di voce e strumenti a corde, Azach di percussioni e tastiere.
La My Kingdom Music etichetta i The Magik Way come prog, la biografia nomina in 100 parole Ulver, Einsturzende Neubauten e Giovanni Lindo Ferretti. A chi credere? Basta un ascolto per capire che la bio non mente, e che il Giovanni Lindo ivi nominato è quello antecedente al rin… alla conversione.
La musica di questo gruppo è, a tutti gli effetti, estremamente interessante, ed a tutti gli effetti si ricollega, più che al prog oscuro, al Neo Folk, con una certa quale attitudine avanguardista. Non si tratta di musica complessa, anzi, bastano pochi ascolti per assorbire le 8 canzoni di questo Curve Sternum. Gli Ulver ci sono, sono quelli di Kveldssanger, almeno per quanto riguarda la semplicità degli strumenti a corda, Ferretti invece getta Cupe Vampe su svariate composizioni. Altrove invece il cantato si risolve in rantoli soffocati, altre volte in mantra ripetuti all’infinito. Ne viene fuori un album dalle atmosfere sinistre, compatto e forse un po’ monocorde, dotato di una forte personalità. Vengono fuori brani piuttosto ostici e pittoreschi, un sound oscuro molto caratteristico. Chiunque poserà le orecchie su questo prodotto, per quanto lontano dai propri gusti, non potrà negarne la validità e il coraggio.
Prog? No. Folk? Già meglio, ma in una miriade di gruppi che fanno black metal e si dichiarano avantgarde, ecco che i The Magik Way posssono davvero essere etichettati come tali.
Curve Sternum si qualifica dunque come una proposta affascinante, molto particolare e ben definita, che proprio per questo però può essere destinato ad un pubblico estremamente ristretto e non necessariamente dedito all’ascolto della musica metal. Certo è che gli amanti del Neo Folk si innamoreranno immediatamente dei The Magik Way.