Recensione: Cut From Stone

Di Andrea Arditi - 28 Maggio 2007 - 0:00
Cut From Stone
Band: Susperia
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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79

Il quarto capitolo della storia dei Susperia si intitola Cut
From Stone
, e ha mostrato a chiare lettere quello che la “lettura
delle pagine”
immediatamente precedenti lasciavano intendere: cambio di
rotta. Non è stato quindi un colpo di scena in quanto ampiamente
anticipato dal precedente disco che raccolse l’eredità di Predominance,
album praticamente Black Metal con ritmiche similari a quelle adottate
dagli ultimissimi Immortal, e Vindication, che aveva già
smussato i toni pur mantenendo la matrice black ancora visibile.

Con l’accoppiata Unlimited & Devil May Care
si è appunto notata un’evoluzione che ha portato i norvegesi a sposare il
thrash metal.. In chiave moderna certo, non è certamente il Bay Area sound
ottantiano pur avendo diversi rimandi al genere.

Sarà figlio di una normale evoluzione stilistica o di un attento sguardo
rivolto al mercato? Tolto il fatto che a me non interessa per niente, ci tengo
piuttosto a dire che a mio avviso la trasformazione operata da Tjodalv
(ex Dimmu Borgir) e soci è da ricondursi
alla prima delle succitate illazioni, in virtù anche e soprattutto di un tour
che evidentemente deve averli segnati artisticamente parlando… Il riferimento
è ovviamente ai palchi divisi coi Testament
nei loro concerti di supporto alla reunion. Effettivamente, ad ascoltare il
materiale di Cut From Stone appare abbastanza chiaro che
nonostante le differenze evidenti di personalità e di approccio alla musica,
molte siano le cose da cui il quintetto norvegese ha attinto: la voce di Athera
innanzitutto è completamente ripulita dallo screaming per cimentarsi in un
pulito molto convincente e caldo, con più che altro qualche licenza in growling
qua e là, e soprattutto linee vocali che rimandano la mente a Chuck Billy
più e più volte.

Il materiale del presente full length si presenta, come già detto, come un
naturale proseguimento di quanto pubblicato in precedenza in Unlimited
e quello che almeno dal mio punto di vista è piacevole constatare è la quasi
totale assenza di filler, e comunque i cali di tensione nell’arco di ben 11
tracce sono ridotti all’osso, consegnando di contro un album coeso, granitico,
di grande impatto e feeling; questo è infatti il motivo per cui Cut From
Stone
è un disco che mi ha da subito affascinato e che mi ha spinto ad
assimilarlo in ogni sua sfumatura. Innanzitutto è da rimarcare il fatto che i Susperia
abbiano privilegiato per lo più ritmiche sul cadenzato andante e che grazie a
questo piuttosto che all’accordatura adottata abbiano creato un bel muro di
suoni, com’è riscontrabile da More, pezzo piuttosto banale ma utile a
rompere il ghiaccio, cui seguirà Lackluster Day che invece gode di una
discreta varietà, di un riffing ispirato e di soventi cambi che i Susperia
imprimono con grandissimo gusto; inutile dire che da qui la mia curiosità ha
iniziato ad essere stimolata per poi essere definitivamente catturata dalla
doppietta che segue: The Clone è una rasoiata thrash metal di impatto
istantaneo agevolato dall’aggressività vocale di Athera, mentre Distant
Memory
, unico pezzo dalla durata medio/lunga (sfiora i 7 minuti), è una
ballad di buona  fattura che alla sua apertura dà un senso di déjà vu:
mi ricorda alcune cose di Low,
fatto sempre riconducibile in primis alle linee vocali oltre che agli sprazzi
melodici qui dilatati rispetto al passato ma anche per merito del refrain
abilmente supportato da una chirurgica sezione ritmica; durante l’assolo i
ragazzi continueranno a citare la band di Oakland, presa come musa anche per la
successiva Release, anch’essa permeata dal medesimo stile ed il cui
fraseggio solistico è veramente travolgente.

E’ chiaro ormai, arrivati a metà disco, che l’indirizzo stilistico dei Susperia
sia rivolto verso una musica ancora più immediata rispetto al passato, fatta di
soluzioni adottate da molti gruppi del presente e del passato mantenendo
inalterata la propria anima nordica che li ha sempre contraddistinti.

I connotati finora sviscerati e l’andatura non troppo veloce ne fanno un
album apprezzabile sin da subito, ed il fatto che vi siano tracce come Life
Deprived
, dall’incipit tirato a mille non cambia di una virgola
quest’idea, anche perchè anch’essa, nella sua evoluzione, incontrerà sul
proprio cammino un gusto quasi progressive per alcuni arrangiamenti, soprattutto
nella stesura dell’assolo.

Molto, molto “Testamentiana” è Between The Lines cui seguirà
l’introspettiva e un poco sottotono Bound To Come; c’è da dire che
se quest’ultima è da considerarsi come filler, l’accoppiata che le seguirà
a me personalmente fa letteralmente impazzire… Under ha un’anima
incredibile: è capace di suscitare malinconia e subito dopo rabbia, è
strutturata su un main riff melodico e travolgente sorretto al solito dalla
sezione ritmica in maniera ineccepibile e con grande gusto. Brother ha
invece più tiro e gode di una più spiccata aggressività senza dimenticare
quello che però è il trademark del disco.

La chiusura è affidata alla title track, che non è riuscita ad attecchire
come gli altri episodi contenuti in Cut From The Stone, un album
che riserva molti e piacevoli momenti. Ottimo thrash metal dalle venature
moderne che mi sento di consigliare più o meno a tutti. 

Tracklist:

1. More (sample)
2. Lackluster Day
3. The Clone (sample)
4. Distant Memory
5. Release
6. Life Deprived
7. Between The Lines
8. Bound To Come
9. Under
10. Brother
11. Cut From Stone 

Lineup:

Athera – Voce 
Cyrus – Chitarra 
Elvorn – Chitarra 
Memnoch – Basso 
Tjodalv – Batteria 

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