Recensione: Dad is Dead
I bolognesi Rain sono uno dei gruppi più longevi dell’HM tricolore. Nati nel 1980, hanno passato gli anni ruggenti della Nwoihm a suon di demo fino ad arrivare alla prima pubblicazione semi ufficiale nel 1986, con l’album The Rain is Coming. La classic line-up dei felsinei annoverava Alessandro “Tronco” Tronconi alla voce, Luciano Tattini e Alessio “Amos” Amorati alle chitarre, Gianni “Gino” Zenari al basso e Andrea “Mario” Baldi alla batteria. Da lì in avanti centinaia di concerti – dalle arene ai pub di periferia – , migliaia di chilometri macinati in Italia e in Europa, una manciata di dischi e miriadi di mani strette. Nel 2003 l’uscita dell’album della maturazione: Headshaker. Un crogiuolo di HM duro, massiccio e potente in mezzo ai denti, spalmato su undici tracce, uno di quei dischi che ogni defender tiene a portata di mano per sentirselo di tanto in tanto. Nel 2005 Tattini lascia la band così come qualche mese fa abbandona lo storico “Tronco” e la line-up si assesta con Marco Rizzi alla chitarra e Francesco Grandi alla voce, accanto ai tre monumenti Amos, Gino e Mario.
Aprile 2008: dopo anni di attesa esce finalmente l’ultima fatica dei Rain, dal titolo Dad is Dead e dalla copertina intrigante, fuori dai soliti cliché.
Si parte con 8 Bar, un pezzo Rain al 100%, la giusta prosecuzione di Headshaker: cori carichi senza esagerare, soli di chitarra a metà brano a profusione e finale al Metallo urlato. Blind Fury passa senza impressionare ma è con Mr. 2 Words che torna a dettare legge la cara, sana, Nwobhm: voce rarefatta e poi esplosione di cori che faranno la gioia delle prime file nel prossime (tantissime), date live in programma. Love in the Back fuoriesce direttamente dalla Loro cantina di New York… ops, dalla leggendaria “Fossa”, infatti i Rain si divertono a fare i Twisted Fuckin’ Sister più arrabbiati, come da titolo, abbastanza eloquente… Rain Are Us è ancora Usa oriented, nella fattispecie la “Hard Side” di Los Angeles anni Ottanta, grazie al refrain sussurrato – di grande impatto – e ai riff di chitarra centrali stavolta sfacciatamente British style su contesto americano. Red Kiss non lascia traccia e si arriva a The Party, ovvero il territorio di battaglia preferito dai cinque bolognesi, rock’n’roll a manetta nella tradizione di quella che è la canzone simbolo dei Rain: Only for the Rain Crew contenuta in Headshaker. Già mi vedo Amos in posa plastica tamarra che ne spara i riff di chitarra con il deretano a sbalzo sul finestrino della mitica Ford Capri. Sicuramente uno degli highlight di Dad is Dead.
Ancora grandi asce aprono Last Friday, il brano numero otto, un’altra perla di British HM morbido con cori a la Wrathchild. Dad is Dead è la Motorcycle Man dei Rain: chitarre come rasoi proprio come i grandissimi Oliver/Quinn di Saxoniana memoria. In Swan Tears i bolognesi incontrano i Van Halen di fine anni Settanta, eccezion fatta per le voci effettate mentre The Reason è Dokken periodo Eighties ipervitaminizzati con cori classici “Rain”. Rock’n’roll puro a la Guns n’ Roses nella struttura portante di Bang Bus, un brano che riesce a fondere cori a la Motley Crue con riff granitici… buon Jack Daniel’s a tutti! Si chiude in modo sfrontato per un album altrettanto sfacciato: Rain è la riuscitissima cover del brano dei Cult, con tanto di ospiti illustri come Steve Sylvester e Freddy Delirio dei Death SS… no other words…
Dad is Dead è un album che suona fresco, che riesce a trasmettere la voglia di suonare e di divertirsi dei cinque Rain, e tanto basta. Francesco “Il Biondo” Grandi non riesce a far dimenticare un grandissimo interprete come “Tronco”, ma si trattava di un’impresa improba per moltissimi altri. Il nuovo singer è meno dotato come estensione ma sicuramente più acido nella timbrica, peculiarità che lo fa risultare perfetto nei brani più goderecci e meno diretti. Produzione assolutamente in linea con lo spirito del prodotto.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist
1. 8 Bar
2. Blind Fury
3. Mr. 2 Words
4. Love In The Back
5. Rain Are Us
6. Red Kiss
7. The Party
8. Last Friday
9. Dad Is Dead
10. Swan Tears
11. The Reason
12. Bang Bus
13. Rain
Line-up
Francesco “Il Biondo” Grandi – vocals
Marco “The Master” Rizzi – guitar
Alessio “Amos” Amorati – guitar
Gianni “Gino” Zenari – bass
Andrea “Mario” Baldi – drums