Recensione: Dance Of The Dead

Di Avenger - 16 Ottobre 2005 - 0:00
Dance Of The Dead
Band: Agankast
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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85

Gli Agankast nascono dalle ceneri degli Atomkraft (band inglese dedita ad un Heavy Metal veloce ed irruento sulla falsariga del NWOBHM sound più grezzo e feroce). Gli Agakast sono formati dall’ex chitarrista dei pionieri Atomkraft, Rob Mathew, che si è incamminato in questo nuovo progetto musicale che prende la strada di un Thrash Metal potente ed aggressivo che farà felici sicuramente tutti gli amanti del metal che strizza l’occhio all’estremo.

Chitarre pesanti e monolitiche, andamento possente e distruttivo, cavalcate strumentali massicce e cadenzate sono ciò che ci aspetta nella splendida opener “Fallen Evil” in tutti i suoi sei e passa lunghi minuti di lunghezza dove è possibile ammirare un Rob in piena forma chitarristica cui si accompagna la straziante voce di Alan Scott a vocali confini estremi, lì dove il thrash metal incontra la pesantezza tipicamente death. Una bordata di velocità è invece la title track “Dance of the dead” insieme agli ossessivi ed ultrametallici ritmi della ottima “100 Years from Now “. Il thrash metal, a volte molto influenzato da band come Exodus misto alla grezza metallicità tipicamente Venom trova uno dei suoi momenti più alti nella cattivissima e feroce “Suffocator”, interessantissimo brano dal feeling oscuro che farà felici non poco gli appassionati del Thrash metal più grezzo ed estremo grazie ad una melodia davvero senza compromessi melodici. Altro colpo azzeccatissimo del platter è la straziante “Warlord” dove i nostri si cimentano in una death/thrash fast song dal riffing ossessivo e coinvolgente (headbanging assicurato in sede live). La successiva “Cockroaches “ invece sirulta una canzone più meditata mentre gli Agankast piazzano un altro bellissimo colpo di fuckin’ thrash metal sporco e feroce con l’ossianica “Return to the Valley of the Kings“, vero manifesto della musica del combo inglese capitanato da Rob Matthew Redhead .

Certo questo non è un disco per palati fini, le influenze di band come Exodus, Abbattoir e le numerose escursioni in territori addirittura simil thrash/death ne fanno un album grezzo e violentissimo. Uniamo il tutto a quel grezzume compositivo che ha da sempre caratterizzato band come Venom ed otterremo una chiara idea del sound proposto dagli Agankast che, tirando le conclusioni, già alla loro prima uscita piazzano un prodotto eccellente sul mercato. In una sola parola: grandi!

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