Recensione: Dancing In The Moonlight
È indissolubilmente legato ai Boston il nome di Tommy DeCarlo, protagonista di una favola rock, nata da una tragedia. Nove marzo 2007, Brad Delp, singer del gruppo statunitense viene trovato morto nella sua casa (ufficialmente a causa di intossicazione da monossido di carbonio).
In onore del suo cantante preferito, Tommy, che in precedenza aveva realizzato cover dei Boston, scrive un pezzo e posta il link della sua pagina “Myspace”, sulla quale aveva pubblicato i brani, al management del gruppo. Arriva, qualche giorno dopo, una telefonata.
Dall’altro capo c’è Tom Scholz e Tommy si ritrova in men che non si dica da fan a cantante della band che segue dall’adolescenza… con la quale andrà in tour dal 2008 al 2017, registrando in studio 4 brani dell’album “Life Love & Hope” nel 2013.
Nel 2012 ha fondato con il figlio, Tommy Jr., la band DECARLO che giunge a publicare con Frontiers l’album di esordio “Lightning Strikes Twice” nel 2018.
In tale occasione il presidente della casa discografica, Serafino Perugino, sente il proprio “istinto di ragno pizzicare” e propone a Tommy Sr. la realizzazione di un album di AOR classico con la collaborazione di alcuni talentuosi songwriters della propria scuderia.
Atteso il tempo necessario per concludere pregresse faccende, DeCarlo può dedicarsi anima e corpo al progetto pianificato qualche anno prima e viene così alla luce l’album “Dancing In The Moonlight”.
Dobbiamo dare atto che l’operazione può dirsi brillantemente portata a termine.
Frontiers è riuscita a confezionare un album perfettamente su misura per le caratteristiche vocali di Tommy, con suoni pregiati che hanno radici nel miglior rock melodico anni ‘70 – ’80, capace di offrire una buona dose di ottimismo e spensieratezza e, in un più di una occasione, di evocare efficacemente suggestioni bostoniane dell’era “Third Stage” e “Walk On” .
Nell’intervista concessa alle pagine di Truemetal il gentile e modesto Tommy DeCarlo alla richiesta di fornire in tre parole una descrizione sintetica di “Dancing In the Moonlight” risponde che l’album è “melodico, raffinato e potente” e non si può che essere d’accordo con lui perché le caratteristiche indicate, tra loro connesse, si rincorrono nei dodici brani che compongono il platter. Dalla gradevole apertura della titletrack si arriva alle ricche di melodia “Beyond Forever”, “No Surrender” e “This Road Will Lead to You”, brani dal sapore bostoniano, passando attraverso l’elegante energia di “Change Our Fate” e “Life Is Just A Game”.
Ancora AOR di qualità nelle tracce “In the Hands of Fate” e “Spread your Wings and Fly” tra le quali si inframezza il rock più deciso di “Find the Love” e “Home to You”.
Senza alcun trascinamento e senza mai cadere nella trappola della leziosità la rasserenante “You and Me” suggella la fine dell’album.
Bel disco davvero questo “Dancing In The Moonlight“.
“Melody, Subtlety, Power”!
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