Recensione: Dark Memorials
Quando si parla dei Sinister è inevitabile non pensare a “Cross The Styx”, monumentale platter uscito negli anni d’oro del death metal, ormai ventitré anni or sono.
Da quel glorioso punto d’esordio in poi, di acqua sotto i ponti ne è passata e negli anni a venire la formazione olandese ha costellato un’onesta carriera fatta di alti e (tanti) bassi: è naturale quindi che oggi spetti anche ai Sinister l’occasione di festeggiare i propri venticinque anni di carriera, e lo fanno incidendo un album di cover. Francamente non sono affatto un estimatore di questo genere di operazioni, ma va comunque reso atto del fatto che celebrare le proprie nozze d’argento celebrando a loro volta le gesta di chi ha permesso loro di sposare la causa del death metal più genuino è un atto che merita comunque rispetto.
Parlando però della qualità del lavoro, ci sarebbe da dire che ho trovato questo disco abbastanza noioso e prevedibile. Avrà di sicuro inciso sul giudizio il fatto che conosco circa il 90% dei pezzi contenuti a memoria, questo è abbastanza certo, ma aldilà di tutto questo c’è proprio qualcosa che secondo me non va. La band esegue il proprio tributo con onorata maestria, rispettando rigorosamente i canoni originali dei pezzi presi in esame e infarcendoli con una produzione rocciosa e un legger(issim)o tocco à la Sinister, ma forse per una volta tanto sarebbe stato meglio optare per alcune scelte (sia di composizione che di produzione) meno drastiche perché il disco per scorrere diciamo che scorre, ma la produzione stessa e il tiro classicista della band finisce per far assomigliare troppo i pezzi l’uno con l’altro, provocando immediata noia nell’ascoltatore.
Anche i loro due pezzi posti in chiusura e rivisitati per l’occasione, vale a dire “Spiritual Immolation” e “Compulsory Resignation” (entrambi ripresi nientedimeno che da “Cross The Styx”), aggiungono poco a questo platter assomigliando molto alle cover che li hanno preceduti nel corso del disco! Non esattamente una cosa negativa alla fine, dato che comunque questa particolarità rende ben nota la decisa presa d’ispirazione stilistica in molti casi, ma se vediamo questo fattore dal punto di vista della resa del disco allora sicuramente qualcosa di sbagliato al suo interno c’è, solo che non lo riesci a cogliere del tutto, limitandoti a una lunga serie di leggeri sbadigli.
Quindi, onore alla causa dell’operazione e auguri alla longevità di questa grande band, ma questo ‘regalo di compleanno’ (oppure ‘di nozze’ , scegliete voi) lascia un po’ l’amaro in bocca, risultando quasi un compitino ben eseguito, ma che avrebbe davvero necessitato di una maggiore dose di personalità.
Non disprezzabile, ma neanche memorabile diciamocelo, risultando una release appetibile solo per i fan più accaniti della band olandese… e ho come l’impressione che l’intento originario di quest’uscita sia stato unicamente questo.
Giuseppe “Maelstrom” Casafina