Recensione: Dark Sorcery
Questo mini lp è il debutto dei norvegesi Aeternus, la band guidata da Ares che, pur avendo proposto nel corso degli anni una offerta particolare al pubblico fatta di atmosfere prevalentemente oscure e claustrofobiche, non è riuscita in pieno a realizzare ciò che molti si aspettavano.
Dark Sorcery è stato registrato nel Gennaio del 1995 e prodotto da Kato Langnes e dagli stessi Aeternus; la copertina, con tanto di foresta e accenni di nebbia, è parente strettissima alle copertine dei mai troppo grandi Darkthrone; e sia la musica che le lyrics sono opera del leader Ares.
Iniziamo col dire che questo mini è molto gradevole e lasciava sperare per un futuro migliore per la band. Dark Sorcery comprende quattro canzoni (di cui l’ultima è interamente strumentale) che credo di poter catalogare come appartenenti al Black Metal più oscuro piuttosto che come appartenenti al death.
Il primo pezzo del disco è la lunga Black Dust che con i suoi effetti iniziali (campane, tuoni, vento e anche un bel ululato) ci riporta ai primissimi Black Sabbath; l’incedere lento e solenne mette in risalto le scelte melodiche dei riff (tutti molto dark) e la profonda e potente voce di Ares. In generale il pezzo non presenta notevoli variazioni e la canzone procede per tutti i quasi otto minuti sullo stesso tema portante.
Victory inizia subito con un ritmo più incalzante della precedente e con il buon Ares che urla alla grande; anche questo pezzo non presenta grandi cambiamenti melodici, d’atmosfera o tanto meno di ritmo: sono quattro minuti ben suonati e interpretati da un duo all’esordio, niente di più.
Discorso a parte merita la monumentale Raven And Blood (che ricorda sia i Bathory di Blood Fire Death e sia i primi Enslaved). Intro di notevole impatto per l’atmosfera creata e strofa che si adagia su ritmi lenti, mentre per il ritornello si parte per la prima volta da inizio disco con un bel ritmo veloce di matrice Black; notevole anche la seconda parte della canzone (dopo i quattro minuti) con bei riff e voce in primo piano.
Lo strumentale acustico conclusivo Nordlys è ben composto con varie chitarre sovraincise e ci riporta alle radici folk presenti nel bagaglio musicale dell’ottimo Ares.
In conclusione questo mini non è un capolavoro ma è un buon inizio per una band promettente che non ha mantenuto del tutto le promesse che ci aveva fatto con questo piacevole Dark Sorcery.
Ivano Dell’Orco.
Line-up:
Ares – guitars/vocals/synth
Vrolok – drums/ bass
Tracklist:
1 – Black Dust (7:48)
2 – Victory (3:57)
3 – Raven And Blood (5:46)
4 – Nordlys (3:14)
Total running time: 20:45