Recensione: Darkness Needs Us
Nuovo album per la coppia ungaro-norvegese che porta il nome di Finnugor, band formatasi nel 2001 e composta dal mastermind (auto-elettosi) Gabriel Wolf e dal polistrumentista e compositore Tomi Kalliola, personaggio conosciuto in principio come Nikolai Stalhammar e poi passato allo pseudonimo attuale di Godslayer N. Vassago.
Con questo Darkness Needs Us il duo arriva al terzo episodio da studio, allontanandosi dalla dimensione musicale dei due lavori precedenti e imbastendo una serie di collaborazioni davvero sorprendenti. In questo lavoro dimorano infatti le voci di fior fior di nomi tra i più importanti della scena black di tutta Europa, come l’onnipresente Attila Csihar (ex- Mayhem e ex Emperor tra i tanti), Ville Sorvali (Moonsorrow), Sture Dingsoyr (Windir) o Christopher B. Wildman (Asgaroth).
Se vi chiedete il perché di tutte queste presenze ecco la pronta risposta di Gabriel Wolf: “L’Oscurità mi ha ordinato di chiamarli, perché l’Oscurità ha bisogno di noi”
Purtroppo, se a monte le premesse per un album quantomeno ascoltabile ci sono tutte, a valle ci ritroviamo con un fiumiciattolo debole e sporco. Inutili i guizzi della graffiante voce di Attila nella title-track, che dopo ripetuti ascolti ancora non mi è chiaro se si tratti di un intro da 5 minuti oppure di un pezzo vero e proprio (spero nella prima ipotesi), e altrettanto inutili gli azzeccati spunti folk di Hand of Light. Intorno alle limitate belle idee c’è il vuoto.
I singoli episodi del platter che raggiungono una vaga sufficienza sono pochi. C’è Lord Of The Darkest Freedom, tenuta a galla dalla voce di Ville Sorvali e da passaggi dai forti richiami ai Summoning e c’è Bearer Of Moonlight Decay, un tentativo quasi riuscito di spostarsi verso ritmi più spediti sfiorando coordinate al limite del viking. Per il resto pochezza e banalità rovinano quel poco di buono che resta.
Se le numerose ugole pregiate bastano per salvare l’album dall’abisso, non sono però abbastanza per elevarlo fino alla sufficienza. I problemi sono evidenti e, stendendo un velo pietoso sui testi degni della peggior scuola rhapsodyana, sono quasi tutti a livello di songwriting: nel tentativo di proporre epiche melodie di tastiera alla Summoning senza riuscire con efficacia; nella ripetitività e banalità di molte figure ritmiche e non, e infine nella pesante, assolutamente troppo, mano di Wircki (Hin Onde) in fase di composizione, che modella secondo la (monotona) matrice della sua band madre diversi brani dell’album.
Se bramate questo disco per via delle collaborazioni illustri, perché volete tutto di questo o di quel personaggio, procuratevelo pure. Altrimenti, nel caso in cui questi ideali da collezionista non facciano parte di voi e siate in cerca soltanto buona musica, il mio consiglio è di passare oltre. Non mancherebbero occasioni, di tanto in tanto, per sollevare la testa smossi da qualche folgorante passaggio ispirato, ma per il resto vi trovereste in un ascolto al limite della sopportazione.
Tracklist:
01. Darkness Needs Us
02. Lord Of The Darkest Freedom
03. Hand Of Light
04. Vigour Of The Dead
05. Wings Of Kryy
06. Bearer Of Moonlight Decay
07. Lycanthropic Warmasters
08. Fire-Raiser Of Devastation
09. We Came Back With Nightfall
10. Mortal Reality
11. Our Blood Is The Ocean
12. Forest Of Bane
13. Wings Of Kryy (substracted blast mix) [ad opera di Morfeus]
Line-up:
– Gabriel Wolf: synths
– Godslayer N. Vassago: guitars, bass, synths & drums
Guests:
– Attila Csihar (Tormentor, Aborym, ex-Mayhem, ex-Emperor, ex-Limbonic Art, Keep of Kalessin, Korog, Plasma Pool)
– Ville Sorvali (Moonsorrow)
– Frederic Mercier (Dagorlad)
– Peter Meynckens (Axamenta)
– Sture Dingsoyr (Windir e Ulcus)
– Marcus Ehlin (Siebenbürgen)
– Christopher B. Wildman (Asgaroth)
– RMS Hreidmarr (Anorexia Nervosa)
– Morfeus (ex-Limbonic Art e Dimension F3H)
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini