Recensione: Dawn Of Reprisal
Provenienti da Reading (Inghilterra), i Malefice esordiscono nel 2006 con l’EP Relentless, seguito nell’anno successivo dal primo studio album Entities che darà loro modo di emergere dai meandri dell’underground inglese. Successivamente, il quintetto del Berkshire viene messo sotto contratto dalla prestigiosa Metal Blade Records, la quale cura la distribuzione del secondo full-length ufficiale, Dawn Of Reprisal.
Il sound che propone il combo inglese è un death/thrash di stampo svedese, con frequenti aperture dal netto sapore metal-core, che ritroviamo sopratutto nelle parti di voce pulita piazzate sui refrain. Fra i punti a favore che si riscontrano ci sono sopratutto una produzione moderna e ben curata, l’ottima tecnica esecutiva e qualche spunto personale sparso qua e là nel corso della tracklist. Resta però il fatto che la band, seppur giovanissima, rimane ancora piuttosto legata ai classici canoni che contraddistinguono il genere, senza dimostrare di avere la minima intenzione di voler osare e spingersi oltre determinate coordinate stilistiche.
Dieci sono le tracce a disposizione, per un minutaggio complessivo che supera di poco i quaranta minuti di durata. Brani decisamente di forte impatto, sempre ben bilanciati fra potenza (seppur non troppo spropositata), melodia e che mettono in mostra l’ottimo potenziale tecnico in dotazione ai singoli elementi, i quali ci offrono una prova esecutiva praticamente perfetta. Ma questo non basta a risollevare le sorti di un disco che, dopo l’entusiasmo iniziale, comincia a calare già con gli ascolti successivi, colpa sopratutto dell’irrimediabile sensazione di di déjà-vu che porta ai soliti ma necessari paragoni con le muse ispiratrici (la scena melodeath scandinava, in questo caso). In sostanza, come molte altre band coinvolte in questo specifico ambiente, i Malefice preferiscono andare sul sicuro e affidarsi ad una formula già sperimentata, ma che resta anche fin troppo prevedibile. Non mancano comunque gli episodi degni di nota, come nel caso della dirompente opener The Midas Effect e le violente bordate più thrash-oriented di Human Portrait, pezzi ben strutturati e decisamente coinvolgenti, dai quali fuoriesce qualche timido sprazzo di personalità.
Insomma, alla fine dei conti Dawn Of Reprisal è un compitino svolto alla perfezione a livello esecutivo, ma che comunque non si distacca più di tanto dai classici e strasentiti standard del death metal nella sua forma più melodica. Tenendo conto che la band, per l’occasione, è riuscita comunque a mettere in mostra una piccola (piccolissima) dose di personalità all’interno dei brani proposti, c’è più di una possibilità che riescano a compiere qualche passo in avanti nel prossimo futuro.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 The Midas Effect
02 Abandon Hope
03 An Architect Of Your Demise
04 End Of Days
05 Human Portrait
06 As I Bleed
07 When Embers Ignite
08 Retribution
09 Hatred Justified
10 Sickened