Recensione: Dawning

Di Alessandro Di Clemente - 6 Marzo 2003 - 0:00
Dawning
Band: Archetype
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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65

Giovane band, ma non troppo, di chiara matrice prog metal, gli Archetype, dagli Stati Uniti, si presentano con questo full lenght dopo una travagliata storia di cambi di line up e di ricerche di un contratto decente. Nascono nel luglio del 1997, originariamente con il nome di Prototype. Dopo poco tempo vengono abbandonati dal cantante e dal secondo chitarrista, percio’ decidono di continuare come trio strumentale e come tale registrano un demo di quattro canzoni. Il passo successivo è quello di cambiare il nome da Prototype ad Archetype, causa una sovrabbondanza di bands con tale nome. Con quel demo stipulano un contratto di management con una società danese. A fine ’98 audizionano vari cantanti fino a quando non reclutano l’attuale Greg Wagner con il quale registrano il secondo demo-cd “Hand Of Time” nell’ aprile ’99, imbarcandosi nel primo tour con un cantante. Passa del tempo e dopo vari contrattempi e peripezie i quattro (Chris Matyus alla chitarra, Keith Zeigler alla batteria, Jamie Still al basso e Greg Wagner alla voce) riescono a pubblicare “Dawning” nel febbraio del 2002.
Come già anticipato i nostri ci propongono un prog metal di stampo americano con chiari rimandi al power europeo (Iron Savior su tutti) soprattutto per la voce, che risulta molto versatile: lavora molto su toni medi, graffiante in molti casi, e acuta in controcanto… il buon Greg puo’ essere considerato come un incrocio tra Piet Sielck e Matthew Barlow. Per cio’ che concerne gli altri strumentisti c’è solo da constatare l’elevata caratura tecnica che li contraddistingue. Riffs complicati che si incrociano lungo tutta la durata del cd, soprattutto un gran lavoro di chitarra. Un’ottima band di prog metal che nel suono complessivo non accusa la mancanza di una tastiera, ruolo ben supplito dalla sovra-incisione di più di una chitarra. Purtroppo non possono essere promossi a pieni voti poichè pur avendo tutte le carte in regola per sfondare, non sono in possesso di un songwriting degno della loro tecnica: le canzoni sono sì complesse, ma per un gruppo prog direi poco strutturate; hanno dei notevoli richiami al power, come già detto in precedenza, ma dal power non hanno imparato la lezione fondamentale: il ritornello memorabile, cantabile. Anche la registrazione è carente in alcuni aspetti: pulita, cristallina, ma decisamente piatta, la batteria è poco potente, il basso quasi inesistente, le dinamiche della voce le hanno dimenticate in studio di registrazione… l’unica cosa che esce abbastanza bene è la chitarra; per un album uscito presso una casa discografica beh il lavoro svolto in studio è stato un po’ dilettantistico.
Direi che meritano di essere ascoltati, soprattutto dagli appassionati di prog (che non troveranno ritmiche dispari ma riffs intricati) e dagli estimatori degli Iced Earth, con i quali i nostri hanno più di un punto in comune.

Tracklist:

1. Final Day
2. Hands Of Time
3. Dawning
4. Dissension’s Wake
5. Inside Your Dreams
6. Premonitions
7. Visionary
8. Arisen
9. The Mind’s Eye
10. Years Ago
11. Reflection (bonus track)

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