Recensione: Death By Metal
La parola metal pesante era ancora acerba, soprattutto per quel che sembrava dovesse rappresentare il lato più feroce del genere. Come un fulmine a ciel sereno, dal nulla, il trio capitanato dal compianto Chuck Schuldiner fece impallidire l’orda di thrash e speed che stava imperversando negli States. Una demo che riusciva a combinare ritmiche serrate, una batteria ancora più veloce del solito e una voce che sembrava ergersi dall’oltretomba, rappresentando la morte stessa (death, appunto) in ogni sua forma, il tutto rifinito da numerosi cambi di tempo e rifiniture chitarristiche che lasciavano trasparire che questa non sarebbe stata certo una garage band destinata a consumarsi tra le mura domestiche e qualche minuscolo concerto di paese.
L’articolata ‘Legion Of Doom’ ricopre alla perfezione il ruolo di opener della demo ‘Death By Metal’, l’esordio ufficiale dei Mantas (poi divenuti Death) che vedevano uno dei più grandi compositori e musicisti di tutti i tempi, affiancato dalla chitarra di Rick Rozz e dalla batteria di Kam Lee. Le successive ‘Evil Dead’ e ‘Beyond The Unholy Grave’ calcano la mano su un considerevole aumento della velocità e l’allora diciassettenne Chuck intraprende un viaggio che avrebbe ben presto cambiato il mondo e la percezione del metal estremo. Arrivati fino qui, nulla era più come prima e sentire oggi – a distanza di oltre 30 anni – l’assemblarsi di un sound così apparentemente primitivo, grezzo, eppure ferocemente ragionato, dimostra l’importanza di un allineamento psico-emotivo capace di traslare in musica lo sfogo di un adolescente che appena 3 anni dopo avrebbe dato alla luce quello ‘Scream Bloody Gore’ che non avrebbe fatto prigionieri. Nessuno si sarebbe potuto voltare dalla parte opposta, nessuno sarebbe potuto restare indifferente, tutti sarebbero stati influenzati da quell’incredibile violenza sonora. La demo si chiude con le velocissime sfuriate intitolato’ Power Of Darkness’ e la title-track Death By Metal, quest’ultima senza dubbio capace di accendere definitivamente quel bagliore che avrebbe illuminato un percorso che anche dopo la prematura scomparsa del suo creatore non smetterà mai di pescare a piene mani da questo razionale caos primordiale.