Recensione: Death By Zapping
“18 novembre 2011. In Toscana, così come nelle altre regioni d’Italia, sta avendo luogo il passaggio da analogico a digitale terrestre. A causa di questo processo, milioni di telespettatori stanno affrontando l’acquisto di una nuova televisione o almeno di un decoder. Walter è un giovane metaller di Firenze che ha appena acquistato uno di questi decoder, ma una volta tornato a casa qualcosa andrà terribilmente storto durante la sintonizzazione della TV…”
Questa l’introduzione al geniale concept di “Death By Zapping”, secondo album sulla lunga distanza dei thrasher Sofisticator, giovane band fiorentina che ha saputo spargere a macchia d’olio il proprio nome creandosi in poco tempo uno zoccolo duro di seguaci.
Alla base della loro affermazione c’è tanta, tanta, gavetta, che li ha portati ad aprire per gruppi prestigiosi come Exodus, Venom, Artillery, Toxik e Hirax, sia in Italia sia all’estero, rendendosi protagonisti di show dinamitardi, e una sana vena (auto)ironica non banale o stereotipata, che non guasta mai specie quando là fuori ci sono band che si prendono anche troppo sul serio, che lascia trasparire una certa umiltà. Non crediate, però, che ironia e umiltà siano maschere per nascondere le proprie lacune tecniche e compositive, perché sono proprio queste le principali armi dei Nostri. Già con il precedente “Camping The Vein” (2012), I Sofisticator avevano mostrato delle buonissime potenzialità, ma è con il qui presente “Death By Zapping” che si scrollano di dosso alcuni dubbi legittimi che potevano sorgere dall’ascolto del debutto, primo fra tutti quello riguardante lo stile e la personalità del gruppo.
Ma torniamo per un momento a parlare del concept, prima di affrontare più approfonditamente l’album dal punto di vista musicale, e del protagonista del racconto. Mentre Walter sintonizza i canali del nuovo decoder, accade qualcosa d’inaspettato e terribile che lo trascinerà in un’esperienza che sconvolgerà la sua esistenza e che sarà lui fatale. La vicenda prende spunto da vari programmi, pubblicità e serie televisive italiane, di ieri e di oggi, dando così vita a un racconto immaginario splatter e grottesche, condito da tanto umorismo nero ed un pizzico di follia. Prendiamo alcuni titoli a caso, come “Ok, The Price Is Right”, “S-Factor”, “Who Saw Him?” ed il quadro sarà completo… Preferisco, comunque, lasciare a voi il piacere di scoprire il concept nel dettaglio.
Dal punto di vista compositivo la prima cosa che si nota mettendo “Death By Zapping” nello stereo è il grande progresso che i Sofisticator hanno compiuto in un paio d’anni. Uno sforzo notevole durante il processo di scrittura dei pezzi che ha permesso loro di rendere ogni singolo brano ben riconoscibile e dotato di una propria anima. Composizioni più elaborate della classica formula “strofa/ritornello”, così da garantire una maggiore longevità al disco, sconfinando spesso e volentieri in generi al di fuori del thrash ed, infine, va rimarcato un impegno non trascurabile delle due asce in fase solista. Tutto ciò senza far venir meno l’aggressività del gruppo e senza che i brani sembrino un’accozzaglia di soluzioni raffazzonate e messe insieme con un taglia e cuci scriteriato. Anzi, è proprio arricchendo il proprio bagaglio artistico con soluzioni differenti, che i Nostri sono riusciti a plasmare la propria identità artistica, il proprio modo d’interpretare un genere dato per morto più di due decenni fa con la convinzione che ormai tutto sia stato detto. Eppure i Sofisticator non hanno la pretesa di riscrivere la storia di un genere provando a sondare nuove strade, semplicemente reinterpretano quanto proposto dai gruppi del passato alla loro maniera, senza che si possa dire (come spesso accade) “questo brano sembra uscire dall’album X”, oppure “quel riff assomiglia alla canzone Y”. Certo, qualche soluzione qua e là può rimandare a brani già ascoltati, ma non si ha mai la sensazione del plagio fatto con uno scopo ben preciso. Ritengo che il combo fiorentino possa fare ancora tanto in questo senso, ma la strada tracciata è quella giusta.
Tra gli highlight del disco segnalo “Rot-Wash & Roll”, della quale è stato realizzato un divertente videoclip, sintomatica della carica animalesca che il quintetto riesce a trasmettere in studio e, amplificata, dal vivo. La veloce “Miracle Blade”, caratterizzata da riff taglienti come rasoi, tanto per rimanere in tema. La feroce “M.C.S.”, acronimo che sta per “Maurizio Costanzo Show”, che mette in chiaro come essere potenti e pesanti senza ricorrere a super produzioni o sconfinando nel groove metal e “Great Strike” (“Colpo Grosso”), brano dall’animo rock’n’roll. In questo caso si ha un po’ la sensazione che le chitarre facciano il verso ai Judas Priest di “Defenders Of The Faith”, ma il ritmo e l’intensità sono totalmente rivisti e stravolti. Ottimi poi i molteplici assoli disseminati lungo il brano, ognuno con un’impostazione diversa.
In conclusione, “Death By Zapping” è un album che ogni amante del thrash vecchia maniera dovrebbe avere nella propria collezione, essendo curato in tutti gli aspetti (la suggestiva copertina di Mario Lopez, il concept e le composizioni), anche se allo stato attuale delle cose non sarà di facilissima reperibilità, dato che l’etichetta ha recentemente annunciato che il disco è già andato sold-out. In ogni caso, ed in attesa di una futura ristampa, vi consiglio di appuntarvi il loro nome e di non perdervi un loro show dal vivo qualora dovessero passare dalle vostre parti. Per quanto riguarda i Sofisticator l’augurio è che rimangano in primo luogo con i piedi per terra e che non smarriscano la loro capacità di agire all’unisono come gruppo, senza pensare troppo alle singole individualità, perché al momento è la loro maggiore forza.