Recensione: Death Domination

Di Daniele D'Adamo - 29 Novembre 2009 - 0:00
Death Domination
Band: Impious
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
68

Death Domination degli svedesi Impious: dimenticate immediatamente cosa sia la melodia, annessi e connessi.
Inoltre, poco da teorizzare in merito: l’album è un folle concentrato di brutale violenza allo stato brado.

Attivi da ormai tre lustri, il quintetto spara la sesta bordata di un fucile che certamente non è caricato a salve, e se nei lavori precedenti si poteva intravvedere qualche barlume di armonie più o meno accattivanti, con “Death Domination” è stata scelta la strada dell’estremo oltranzismo sonoro.
Martin Åkesson urla la propria rabbia con un growling aggressivo, energico, paradossalmente “pulito” ed addirittura modulato in alcuni casi. Le asce di Valle Daniel Adžić e di Robin Sörqvist iperdosando riff selvaggi, devastanti, quadrati; non per questo inciampandosi in arzigogoli musicali ma anzi rimanendo sempre efficacemente limpidi e lineari.
Dal canto suo, Mikael Norén deve avere un fiato ed un allenamento da mezzofondista, se riesce a sciorinare un drumming così veloce, vario e potente senza confondersi nemmeno durante i blast-beats più claustrofobici. Sinceramente difficile da capire cosa combini Erik Peterson al basso, dato atto dell’intricato muro di suono eretto dal gruppo e della produzione che predilige chitarre e voce.
Il sound rimanda all’old school del death, affondando anche volentieri le radici nel thrash. Diciamo pure senza peli sulla lingua che Dismember e Dissection possono essere buoni metri di paragone; anche se gli Impious alzano il tiro verso lo zenith.
Insomma, parrebbe sia stato deciso di scrivere canzoni la cui unica caratteristica peculiare fosse quella di ottenere lo sfinimento del povero ed incauto ascoltatore di “Death Domination”. Questa non è una critica negativa, ma solo un dato di fatto. Ci sono naturalmente delle controindicazioni, che sublimano principalmente nella scarsa riconoscibilità della proposta: se si prende una dozzina di album del genere e li si mettono in riga, sarà assai arduo pescare i Nostri al primo colpo.
D’altro canto, in un’epoca in cui molti act assoldati al death sperimentano sentieri sconosciuti con risultati a volte risibili, può anche far piacere ed andare sul sicuro e sciogliere per bene le vertebre del collo per seguire le canzoni che compongono “Death Domination”.

Dopo aver assimilato quanto scritto sopra, il primo assalto al disco non può che far venire in mente la domanda: “Monsieur de La Palisse: chi era costui?”.
Abomination Glorified” non ci mette molto a rispondere: pochi secondi e la prima mazzata s’abbatte sulla nostra collottola. Riff geometrici, stoppati, quasi da capogiro si scatenano su un drumming furibondo, concatenandosi all’ugola tutt’altro che monocorde – si ribadisce – di Åkesson.
The Demand” prosegue l’opera scarificatrice aiutandosi con un lacerante solo “alla Slayer”; “I Am The King” lascia intravedere un barlume di melodia nel contesto drammatico del rifferama (e finalmente si percepisce anche qualche linea di basso!): dal vivo, macello assicurato (le note biografiche della band affermano che il colpo di fulmine con la Metal Blade sia avvenuto il proprio durante un concerto). Una finta introduzione “easy” inganna l’approccio ad “And The Empire Shall Fall”, che si rivela il solito, malefico attentato ai nostri timpani. Azzeccati gli inserti ambient in sottofondo ed i rari break semirallentati.
Il tocco oscuro del riffing – il black spunta oserei dire inevitabilmente in coloro che praticano il death vecchia maniera – rabbuia un po’ i toni in “Dead Awakening”.
Beh, avrete ormai ben capito con che cosa si abbia a che fare, e le successive song non fanno che accrescere la furia cieca che viene sprigionata da “Death Domination”, con rarissime concessioni alla riflessione (“Rostov Ripper”).

La conclusione, tanto per gradire, è lapalissiana: se si vogliono  scardinare i vicini di casa dalle loro comode poltrone – magari iniziando con “As Death Lives In Me” – i trentasei minuti di “Death Domination” sono perfetti; se si pretende invece qualcosa di meno immediato e più elaborato, bisogna passare oltre.

Daniele “dani66” D’Adamo.

Discutine sul Forum nel topic relativo!

Tracklist:

1. Abomination Glorified 2:29
2. The Demand 2:55
3. I Am The King 3:07
4. And The Empire Shall Fall 5:30
5. Dead Awakening 3:33
6. Hate Killing Project 3:34
7. Rostov Ripper 4:24
8. Legions 3:09
9. As Death Lives In Me 4:18
10. Irreligious State Of War 3:12

Line-up:

Martin Åkesson – Vocals
Valle Daniel Adžić – Guitars
Robin Sörqvist – Guitars
Erik Peterson – Bass
Mikael Norén – Drums
 

Ultimi album di Impious

Band: Impious
Genere:
Anno: 2009
68
Band: Impious
Genere:
Anno: 2004
65