Recensione: Death March Fury

Di Daniele D'Adamo - 10 Marzo 2010 - 0:00
Death March Fury
Band: Masachist
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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52

Biglietto da visita impressionante, quello dei Masachist, la cui line-up mette assieme alcuni ex/attuali membri dei migliori act del black/death polacco (Vader, Decapitated, Vesania, Anal Stench, Shadows Land et al.).
A cotanta formazione, come spesso accade, non corrisponde un risultato altrettanto fenomenale in termini creativi.

“Death March Fury”, primo full-length della breve carriera del quintetto – iniziata nel 2005 – è difatti piuttosto lontano dalle migliori produzioni dei gruppi sopra menzionati.
Come da copione, l’album è un insieme di violente canzoni costantemente assestate sul limite estremo del genere.
Esperienza e tecnica non mancano, quindi non c’è nulla da eccepire in merito: Brzozowski & Co. macinano impeccabilmente il loro technical death su un mood ruvido e brutale.

Non a caso Wasowicz si dimostra un ottimo interprete del growl, riuscendo a modularlo secondo le linee musicali e tenendosi lontano da colleghi che esplorano – a volte esagerando – le frequenze più basse ove si percepiscono solo suoni gutturali.
Il riffing è instancabilmente impegnato a tessere una robusta ragnatela, a volte inestricabile e poco leggibile; sia per il suono poco potente delle sei corde, sia per gli incessanti blast beats di Brzozowski. In mezzo a tutto ciò, ovviamente, Heinrich ha il suo bel daffare a far sentire la voce del basso.

Preso nel complesso il platter – che dura meno di mezz’ora – è una mazzata sui denti. L’aggressione sonora è continua, senza cali di tensione: i Nostri picchiano duro e senza pietà, insomma.

“Unveil the Grave” ci mette pochi secondi a spezzare gli indugi, spazzando via tutto con il suo riffing martellante – rifinito con il flanger, tanto di moda negli anni ottanta – , accelerando e rallentando senza sosta; “Inborn Obedience” prosegue la campagna di guerra scegliendo un groove orientato verso il grindcore. Qualche campionamento aiuta “Womb” nelle sue dissonanze, mentre “Open the Wounds”, “Noxious” e “Malicious Cleansing” martirizzano nuovamente l’apparato uditivo con qualche richiamo (“Open the Wounds”) ai mai dimenticati Voivod di “War And Pain” e qualche azzeccato guitar-solo (“Malicious Cleansing”). I ritmi cadenzati di “Appearance of the Worm” preparano infine l’assalto finale cui sono deputate la rapidissima “Crush Them!!!” e la pesantissima “Death Shall March”.

Nonostante qualche pregio, “Death March Fury” è un lavoro insufficiente. Mancano originalità e songwriting: tutto è piatto, tutto è stato sentito e risentito.
Manca qualsiasi carattere distintivo che faccia riconoscere il sound dei Masachist in mezzo a quello delle centinaia di band che propongono il medesimo genere.
Al limite, per i fanatici della scena death polacca.

 

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Track-list:
1. Unveil the Grave 2:52
2. Inborn Obedience 1:46
3. Womb 3:24
4. Open the Wounds 3:02
5. Noxious 1:48
6. Malicious Cleansing 3:06
7. Appearance of the Worm 6:15
8. Crush Them!!! 1:52
9. Death Shall March 2:05

Line-up:
Wojciech Wasowicz – Vocals
Dariusz Brzozowski – Drums
Thrufel – Lead/Rhythm Guitar
Aro – Rhythm Guitar
Heinrich – Bass
 

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