Recensione: Death Roll
I Tyranex provengono dalla Svezia. Nati nel dicembre del 2005 a Stoccolma, fanno parte della scena Thrash che ha cominciato ad emergere nella penisola scandinava dopo la seconda metà degli anni 2000, altri esempi sono gli Hypertension, gli Stormdeath ed i Chainsaw.
Pur se presenti da oltre undici anni, i Tyranex di oggi sono una band in concreto nuova, essendo Linnea Landstedt (voce e chitarra) l’unica superstite del gruppo originale.
Il loro stile è uno Speed / Thrash furibondo, energico e pestato, ben rappresentato nella loro ultima fatica: “Death Roll”, il nuovo Full-Length pubblicato il 31 marzo 2017 via GMR Music Group.
C’è poco da dire: i Tyranex sono un colpo di bazooka contro una corazza, un treno merci in corsa, un siluro sparato da un sommergibile, o qualsiasi altra cosa possa essere paragonata alla deflagrazione sonora, come tra l’altro avevano già dimostrato nelle produzioni precedenti, “Extermination Has Begun” del 2011 e “Unable To Tame” del 2014.
Con “Death Roll” il combo non cambia rotta ma punta sulla crescita, sfornando un prodotto maturo, frutto della consapevolezza della propria preparazione tecnica e compositiva (…….. da buoni Svedesi ……..) ed in linea con l’attuale scena Thrash, allacciandosi direttamente alle produzioni dei grandi degli anni ‘80.
Il songwriting fa perno sulla velocità “smodata”, sparata “ad alzo zero”, ma controllata da linee melodiche precise, con cambi di tempo che scorrono fluidi e dinamici per mantenere alta la tensione. La sezione ritmica è un tappeto sonoro egregiamente tessuto, la voce è aggressiva e autorevole, i riff sono una rasoiata alla gola e gli assoli s’integrano bene nei pezzi in cui sono inseriti.
Non mancano momenti piacevolmente inaspettati: la Tittle-Track, “Death Roll”, dopo tanta velocità iperluce rallenta bruscamente, trasformandosi in un pezzo cupo alla Black Sabbath, mantenendo comunque la sensazione di rabbia tipica del Thrash; “Fight Them Back”, che alterna velocità e potenza, contiene un lungo solo di Twin Guitar coinvolgente, dal quale si capisce che non sono solo i ritmi più brutali a scorrere nelle vene del quartetto scandinavo.
Otto sono i pezzi che compongono l’album, che dura poco meno di trentacinque minuti: tempo più che azzeccato per un genere diretto, schietto e, in sostanza, senza pause.
Oltre ai brani menzionati, l’opera è anche composta dalla velocissima “Blade of the Sacrificer”, seguita da “Berget”, contraddistinta da un gran lavoro vocale e da “In Order to Live”, che alterna velocità di varia andatura a parti cadenzate.
In “No Justice” l’estrema velocità va a discapito della melodia; l’episodio non nasconde l’influenza che il Thrash Tedesco ha sui musicisti. “Bloodflow” gioca molto sulla potenza così come “Beyond the Throes of Evil”, con la quale i nostri chiudono più che degnamente l’album pestando come fabbri e con una serie di cori ridotti all’osso ma incisivi.
“Death Roll” è un album irruente, aggressivo ed energico, non proprio innovativo ma con molti spunti personali con i quali i Tyranex riescono a contraddistinguersi tra i tanti.
Le potenzialità della band sono evidenti; si spera che la formazione si sia finalmente stabilizzata per continuare a crescere in futuro. Vedremo se saprà stupirci con il prossimo album.