Recensione: Death Squad
E’ già l’intro minacciosa a non preannunciare nulla di particolarmente rassicurante quando si mette su questo Death Squad, seconda fatica ufficiale dei bergamaschi Brutal Murder, e il prosieguo conferma presto tutte le premesse.
Non sono mai stati tipi esperti di ricami i Brutal Murder, e già dal promo di anticipazione, recensito poco meno di un anno fa sulla nostra rubrica From The Dephts, avevano fatto capire l’oltranzismo di cui sono capaci e di cui hanno fatto ormai il proprio personalissimo marchio di fabbrica. All’epoca avevo lodato la genuinità della loro proposta fatta di brutal death puro e semplice, senza alcun orpello ad ingannare le orecchie assetate di sangue di chi muore per questa musica, ma comunque, in cuor mio, avevo sperato che il full lenght in preparazione regalasse qualche sorpresa in più rispetto a quanto ascoltato.
Intendiamoci. Death Squad ha tutti gli ingredienti che servono: ritmiche indiavolate, riff schiacciasassi, cantato esasperato al limite del terrorismo sonoro, gore a fiumi sia per quanto riguarda l’aspetto grafico che le tematiche che fanno da sfondo ai brani; il tutto è miscelato seguendo le regole di questo genere in maniera pedissequa ma, ascoltando e riascoltando le dieci tracce che compongono il disco, sembra sempre mancare quella scintilla che fa diventare memorabile un refrain se non un intero pezzo.
Non mancano gli episodi godibili. Il trittico formato da Zombie Masochrist, She Devoures Cocks e Splatter Party è il perfetto esempio dello stile Brutal Murder, e non solo per quanto riguarda il canonico death di cui sopra; queste tracce esemplificano con sfrontatezza tutta quell’irriverenza che, già dai titoli e da qualche sample inserito qua e là, concretizza una caratteristica che da sempre rende peculiare questo tipo di scena. La pesantezza di certi argomenti è spiattellata con violenza e, unita al tiro di brani diretti e massicci, crea un cocktail esplosivo che avrà certamente la sua massima detonazione in sede live. Molti sono però gli episodi deboli della tracklist, quelli che danno l’impressione del già sentito e che, ad orecchie avvezze a queste sonorità, potrebbero risultare addirittura “innocui”, facendo risultare un lavoro, prodotto comunque con passione indubitabile per questa musica, trascurabile nell’immenso calderone delle uscite che, nell’arco di un anno, il genere propone.
Maggots Infected Flesh è l’ultimo episodio degno di nota, con la sua malata alternanza tra cavalcate ultraveloci e stridenti frenate nella melma, poco prima della conclusione affidata ad una traccia fantasma a dir poco abrasiva in cui le…ehm…. liriche del testo, in perfetto vernacolo italico, ci donano una “velata quanto pacata” critica di stampo teologico.
Death Squad, in conclusione, è un disco che non può accontentarci appieno. I Brutal Murder sono una band certamente innamorata di questo sound, composta da musicisti che sanno come realizzarlo e che ci mettono passione e sano divertimento ma che, nonostante l’impegno, e qualche buon accorgimento (vedi il discreto artwork di copertina), non sono riusciti ad andare al di là di un prodotto che risulta ancora troppo provinciale e legato alle loro neanche troppo celate influenze stilistiche.
Solo per neofiti del genere o puristi incalliti, in attesa che raggiungano una maggiore e più compiuta maturità artistica.
Francesco ‘Darkshine’ Sorricaro
Tracklist
01. Intro 00:43
02. Disfigured Your Face 03:49
03. The Suffering 04:51
04. Zombie Masochrist 03:53
05. She Devours Cocks 04:51
06. Splatter Party 04:06
07. Bikers Death Squad 05:09
08. Eat Yourself 02:53
09. Maggots Infected Flesh 05:16
10. Medicomatose Defecation 03:52
Durata totale 43:21
Line-up
Simone Esposito – voce
Matteo Cuva – chitarre, basso
Alex Paganin – batteria
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