Recensione: Deathmanicvs Revelation [EP]

Band: Skelethal

Album

Etichetta:

Genere: Death 

Anno: 2014

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Gli Skelethal sono una two-men band di Lilla, ai confini col Belgio, nata come side-project degli Infinite Translation, quartetto della stessa città, devoto a un thrash metal old-school.

A fare da ‘separati in casa’ il batterista e bassista Jon Whiplash e il cantante e chitarrista Gui Haunting, che dal 2012 hanno intrapreso questo progetto che li vede prendere una direzione ‘deatheggiante’, che prende spunto anch’essa alla old-school del genere, con rifacimenti a band quali Autopsy, Master e Sodom, soprattutto per le ritmiche punkeggianti tiratissime.

Dopo il demo “Morbid Ovation” e uno split con gli svedesi Inisans, entrambi del 2012, debuttano ‘ufficialmente’ con l’EP “Deathmanicvs Revelation”, composto da sei brani effettivi più un intro di stampo pianistico.    

Immergendosi nel discorso del duo si nota ampiamente l’influenza delle band storiche che hanno reso al death metal il giusto riconoscimento globale, con in primis la vecchia scuola scandinava e floridiana, ma non per questo senza che la coppia riesca a metterci del personale.

Se non tanto sotto il profilo compositivo, almeno per quanto riguarda quello timbrico, facendoci scoprire un ottimo vocalist quale Haunting, che sbraita dal sottosuolo con ferocia cattiveria, alternandosi alla sei corde con un riffing poderoso che non ha vie di mezzo, crudele ed efficace, ma solo per chi ama a fondo i primordi del genere.

Le sue tracce scorrono senza interruzioni per tutti i suoi ventitré minuti, non tralasciando troppo entusiasmo, nonostante il sound risulti buono e ricercato, per quanto il termine lo ‘conceda’. Se non altro per la poca varietà al suo interno. Brani troppo simili tra di loro non lasciano spazio ad aperture extra, che non stonerebbero, soprattutto per dare qualche punto di vista diverso dal solito martellamento continuo.

Al momento non provo particolare emozione all’ascolto degli Skelethal, sperando che con gli anni il duo riesca a crescere sotto il profilo compositivo, non restando incatenato a chi ha fatto del death metal un vero e proprio stile di vita.

Vittorio “versus” Sabelli
 

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