Recensione: Decas

Di Daniele D'Adamo - 4 Novembre 2011 - 0:00
Decas
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Anno: 2011
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70

E così, per gli As I Lay Dying è giunto il momento di festeggiare i due lustri di attività discografica e, contemporaneamente, gli undici anni di carriera. Quale sistema migliore, se non una compilation all’uopo concepita?

“Decas”, come suggerisce il titolo di quest’ultima uscita targata Metal Blade Records, è un breve viaggio che abbraccia una decade – appunto – comprendendo quello che verrà (i tre nuovi brani: “Paralyzed”, “From Shapeless To Breakable” e “Moving Forward”), ciò che è stato (i rifacimenti e i remix: “Beneath The Encasing (Re-Recorded Medley)”, “The Blinding Of False (Light Innerpartysystem Remix)”, “Wrath Upon Ourselves (Benjamin Weinman Remix)”, “Confined (Kelly “Carnage” Cairns Remix)” ed “Elegy (Big Chocolate Remix)”) e coloro che hanno influenzato il combo americano (le cover: “War Ensemble (Slayer cover)”, “Hellion (Judas Priest cover)”, “Electric Eye (Judas Priest cover)” e “Coffee Mug (Descendents cover)”).

Partendo da questi ultimi, non si può non apprezzare la passione per i classici mostrata dai californiani, sostenuti da una massiccia base metal che si fonda sul rifacimento dell’irripetibile duo “Hellion”/“Electric Eye”, apertura del mitico “Screaming For Vengeance” (1982) dei Judas Priest. Interessante la prova di Tim Lambesis che, senza fare il verso a Rob Halford, azzecca un’ottima interpretazione, poderosa e cattiva. Nick Hipa e Phil Sgrosso non sono da meno e mostrano la loro ferocia chitarristica mutuando i devastanti riff della velocissima “War Ensemble” degli Slayer (da “Seasons in the Abyss”, 1990). Certamente meno interessante, a causa soprattutto della sua brevità, la cover di “Coffee Mug” (da “Everything Sucks”, 1996) della punk band statunitense Descendents. Quattro rifacimenti che mostrano, inoltre, l’ineccepibile preparazione tecnica dei Nostri e la loro buona capacità di suonare dei grandi brani scritti da altri, imponendo comunque il proprio stile.

Per quanto riguarda il passato del combo di San Diego, c’è una divertente miscellanea del loro primo lavoro, “Beneath The Encasing Of Ashes” (2001). I tempi cambiano, la tecnica d’incisione si evolve, i finanziamenti a disposizione lievitano: “Beneath The Encasing (Re-Recorded Medley)” dà quindi l’assaggio della potenza straordinaria che potrebbe avere, adesso, quel disco; in grado, in un ipotetico confronto, di competere con le più devastanti proposte del giorno d’oggi. I remix, invece, sono esemplificativi della moda – tutta americana – di contaminare brani di metal estremo con l’elettronica più spinta. Irriconoscibile rispetto alla versione originale (“The Blinding Of False”, da “The Powerless Rise”, 2010), “The Blinding Of False (Light Innerpartysystem Remix)” è opera della band di rock elettronico a stelle e strisce Innerpartysystem. Ancora più stravolta appare “Wrath Upon Ourselves” (da “An Ocean Between Us”, 2007) nella versione ‘fearfactoriana’ di Benjamin Weinman – chitarrista dei The Dillinger Escape Plan: “Wrath Upon Ourselves (Benjamin Weinman Remix)”. Anche a “Confined (Kelly “Carnage” Cairns Remix)” non rimane poi granché della primigenia “Confined” (da “Shadows Are Security” del 2005): Kelly “Carnage” Cairns, produttore di gruppi quali gli Austrian Death Machine e i War Of Ages, c’è andato con la mano pesante. Totalmente meccanizzata dal vlogger di Laguna Hills Big Chocolate, infine, “Elegy” da “Frail Words Collapse” (2003), digitalizzata nella folle e super-pompata “Elegy (Big Chocolate Remix)”

Passando alle novità, “Paralyzed”, l’inedita che apre il lavoro, mostra un ensemble in piena forma, capace di bilanciare perfettamente massicce iniezioni di watt a trasognanti melodie, forse più marcate rispetto a quelle del recente passato. La capacità di scrivere buone canzoni senza scadere nell’ampollosità ha sempre contraddistinto lo stile del songwriting degli As I Lay Dying, e qui se ne ha una conferma. Le sferzate chitarristiche di scuola thrash e il furibondo blast beats del drumming di Mancino rendono “From Shapeless To Breakable” una song dall’impatto devastante; non per questo povero di fine armoniosità. Più vicine alle tipiche sonorità metalcore, invece, “Moving Forward”, dallo stupendo ritornello che, inevitabilmente, si stamperà a fuoco nel cranio dell’ascoltatore.

“Decas” è un’opera chiaramente destinata ai fan di Lambesis & Co., magari animata più da fini commerciali che artistici, in grado tuttavia di poter interessare anche chi volesse iniziare a percorrere in toto la loro carriera. Il materiale presente è discreto, vario e, a tratti, sicuramente interessante. La storia degli As I Lay Dying, insomma, non finisce certo qui.

Daniele “dani66” D’Adamo
 

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Tracce:
1. Paralyzed 3:04
2. From Shapeless To Breakable 2:44
3. Moving Forward 3:42
4. War Ensemble (Slayer cover) 4:50
5. Hellion (Judas Priest cover) 0:44
6. Electric Eye (Judas Priest cover) 3:45
7. Coffee Mug (Descendents cover) 0:40
8. Beneath The Encasing (Re-Recorded Medley) 3:57
9. The Blinding Of False (Light Innerpartysystem Remix) 4:18
10. Wrath Upon Ourselves (Benjamin Weinman Remix) 2:25
11. Confined (Kelly “Carnage” Cairns Remix) 3:51
12. Elegy (Big Chocolate Remix) 4:20    

Durata 38 min.  

Formazione:
Tim Lambesis – Voce
Nick Hipa – Chitarra
Phil Sgrosso – Chitarra
Josh Gilbert – Basso
Jordan Mancino – Batteria

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