Recensione: Deception
Tante cose si possono dire, basandosi sui gusti personali e sul background dei singoli, ma non che gruppi come Pantera e Machine Head non abbiano lasciato il segno nel mondo dell’Heavy Metal. Ed in effetti capita veramente molto spesso di incrociare band devote alla causa del post thrash/groove metal, in particolare nel Belpaese, dai veterani Extrema ai Run Over, passando per i Black Elephant e i The Catechists (questi ultimi per la verità più legati al periodo The Great Southern Trendkill/Down) fino agli Organic Illusion, giovane combo marchigiano originario di Porto San Giorgio (Fermo).
Gli Organic Illusion, Giacomo Artico alle vocals, Massimo Mannucci e Fabio Bartolacci alle chitarre, Giuseppe Cardinali al basso e Omar Moretti alla batteria, si presentano al pubblico con un EP autoprodotto di sei canzoni intitolato “Deception” e caratterizzato da un artwork semplice ed efficace che costituisce fin da subito un ottimo biglietto da visita.
L’incipit di “Hung ‘Em Up by Their Own Balls “ rimanda immediatamente alle cadenze dei primissimi Machine Head ed in effetti anche il cantato rude e aggressivo di Giacomo Artico ammicca con veemenza tanto a Robb Flynn quanto al più animalesco Phil Anselmo, piazzando qua e là accenni di screaming tanto grezzi quanto efficaci. Il riffing è veloce ed incalzante, l’assolo di chitarra renderebbe orgoglioso il buon vecchio Zakk Wylde e il testo ferocemente critico contro politica, potere e malaffare è più ficcante e sentito di mille denunce da parte di altrettanti professionisti della carta stampata. Grande partenza. “Mind Control” ha di nuovo i tratti di un groove metal in cui si distinguono l’ottimo percussionismo di Omar Moretti, il rifferama saturo e cadenzato della premiata ditta Bartolacci & Mannucci e il cantato maleducato e perfettamente a tema di Giacomo, a suo agio tanto con un riuscitissimo screaming di discendenza heavy/U.S. metal quanto con strofe “intonate”, questa volta su lunghezze d’onda più wyldiane.
Con “Pests” si prosegue sulla scia dei brani ascoltati finora senza mollare di un millimetro ed, anzi, evidenziando una buona varietà di soluzioni per quanto riguarda il guitar work e la versatilità vocale di Artico, ma è con “Organic Illusion” che i marchigiani ci fanno sentire qualcosa di differente e modificano la data sul cruscotto della macchina del tempo per essere trasportati dalla metà degli anni ’90 ai giorni nostri. Sempre di groove/thrash si tratta ma la linea vocale in pulito (coronata da rabbiosi screaming strappa-corde vocali) elaborata e in crescendo farebbe probabilmente la felicità di molte metalcore band sempre alla ricerca di melodie cantabili ma non ovvie da giustapporre alla violenza di strofe e partiture strumentali. Piacciono di nuovo, e molto, i testi, carichi di rabbia e genuina violenza, quella che non può e non deve mancare ad un gruppo metal italiano degli anni 2010 calato in un contesto di crisi, corruzione e disfacimento come quello che stiamo vivendo oggigiorno sulla nostra pelle.
Con “Divine Criticism”, dopo un altro inizio a tutta birra, la band gioca con successo la carta del rallentamento atmosferico tirando fuori dal cappello a cilindro un intermezzo melodico governato da lead guitar struggenti e da controcanti sbilenchi eppure adeguati alle corde emozionali che gli OI vanno a toccare. Il finale è affidato all’energica “Freedom Cage”, certamente la traccia più votata al metalcore ed è sufficiente ascoltare il lavoro svolto dalle chitarre per rendersene conto, mentre il mix con un post thrash di discendenza Machine Head non può che riportare alla mente gli Shadows Fall.
Un bel biglietto da visita, si diceva, tanto il curato packaging, quanto l’ottima musica contenuta in questo EP autoprodotto ma dal carattere decisamente professionale. Certo, la proposta degli Organic Illusion non sconvolgerà il mondo dell‘Heavy Metal, preferendo appoggiarsi saldamente su un terreno già arato e dissodato da gruppi come i citati Pantera e Machine Head, tuttavia la riuscita di tutte e sei le canzoni contenute su” Deception”, unitamente al loro spirito, encomiabilmente rabbioso e ribelle come si usava agli albori del thrash metal, fruttano a questi cinque ragazzi italiani una piena promozione, in attesa di un contratto e dell’auspicabile debutto sulla lunga distanza.
Stefano Burini
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Tracklist
01. Hung ‘Em Up by Their Own Balls
02. Mind Control
03. Pests
04. Organic Illusion
05. Divine Criticism
06. Freedom in Cage
Line Up
Giacomo Artico: Voce
Fabio Bartolacci: Chitarre
Massimo Mannucci: Chitarre
Giuseppe Cardinali: Basso
Omar Moretti: Batteria