Recensione: Defiance
I Kyrbgrinder nascono dalla mente del talentuoso e pluripremiato batterista dei Threshold Johanne James, che in questo progetto si dedica al triplice ruolo di cantante, batterista e compositore principale dei pezzi della band. Fresco di nomina per due anni di fila dei “Drummer Of The Year Award”, Johanne James abbandona temporaneamente i compagni di avventura Threshold per lanciarsi in un progetto che si distacca dalle sonorità della sua band di provenienza per mirare più che altro alle sonorità Hard Rock di stampo moderno. Come viene indicato nel booklet del disco, la lineup presente nella fase di composizione e registrazione del disco, nella quale sono presenti Ben Glover alla chitarra e Dave Lugay al basso, viene radicalmente cambiata per le occasioni live e per le registrazioni future con l’inserimento di Dave Dart ed Eddie Vendetta, rispettivamente chitarrista e bassista.
Defiance è il disco d’esordio del terzetto britannico che ci propone un sound abbastanza duro e decisamente fuori dagli standard della band madre di Johanne James, un suono Hard Rock con inserimenti di elementi moderni e un pizzico di vena Progressive Rock. La produzione, molto curata in ogni minimo particolare, tende sopratutto a mettere leggermente in risalto la voce e la batteria di Johanne James senza però tralasciare gli altri strumenti, facendo uscire fuori un suono che tendenzialmente suona molto vecchio e quasi settantiano. L’inizio del disco è affidato ad una rocciosa My Heart Bleeds caratterizzata da riff di chitarra duri ed Heavy oriented con l’aggiunta di un ritornello ossessivo che si stampa subito in mente. La title track Defiance aumenta leggermente la velocità del disco con un riffing nevrotico ed aggressivo che si mantiene su territori al limite fra Hard Rock ed Heavy Metal. Durante lo scorrere del resto della tracklist si possono notare molti spunti che vengono andati a ripescare da diversi generi musicali, come ad esempio in Not In My Name e I Wanna Kill, dove la band devia addirittura verso sonorità molto più crossover con tanto di cantato rap, un mix molto originale e che sicuramente non stona, ma che anzi, riesce a rendere il lavoro ancora più affascinante all’orecchio di chi ascolta. I lavori della chitarra di Ben Glover sono eccellenti e riescono a cacciare fuori dei suoni duri che si vanno ad amalgamare perfettamente con il basso preciso e pulsante di Dave Lugay e la batteria di James, il quale dimostra di sentirsi molto a suo agio nel doppio ruolo di cantante/batterista. All’interno del disco c’è sopratutto da notare la disinvoltura con cui viene riprodotta in una versione tutta nuova What About Me della band madre Threshold ( traccia presente originariamente nell’album Suburface), che in questa veste assume una forma decisamente più grezza e corposa, grazie anche alla totale assenza delle tastiere e di qualunque altro tipo di effetto.
In conclusione, Defiance è un disco davvero ben fatto e molto coinvolgente, che si lascia ascoltare tranquillamente senza annoiare nonostante i molteplici spunti provenienti da molti generi diversi l’uno dall’altro. Sicuramente questo non è un disco per i fan dei Threshold, ma dedicato sopratutto a chi ha voglia di ascoltare un prodotto che riesca ad uscire dai soliti schemi scontati e fin troppo banali della maggior parte delle produzionii che invadono costantemente il mercato musicale al giorno d’oggi.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
Tracklist:
01 My Heart Bleeds
02 Defiance
03 The Guide
04 What About Me
05 Fall Away
06 Not In My Name
07 Wayside
08 I Wanna Kill
09 Monster
10 Swallowed My Life
11 Greatest Weapon