Recensione: Deheadment for Betrayal

Di Giuseppe Casafina - 29 Ottobre 2018 - 0:01
Deheadment for Betrayal
Band: Lectern
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2018
Nazione:
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75

Una recensione che, per una volta tanto, non sarà la solita recensione, o almeno mi auguro di raggiungere questo obbiettivo.

“Deheadment for Betrayal”, ultima fatica discografica dei death metallers tricolore puri e duri Lectern, è un disco la cui recensione è arrivata con un ritardo colpevole, ma voluto. Voluto per una serie innumerevole di ragioni, tra cui anche quella che in alcuni casi specifici non mi piace lavorare a stampino e fornire una recensione in tempo per il volere del mercato, così come la promozione di ogni qualsivoglia album di qualsivoglia disco necessiti. No, perchè questo è un disco Old School nel vero senso del termine.

Sulle prime, infatti, si era palesato in me un evidente sconforto nell’ascoltare il disco…”…troppa roba già sentita mi dissi, meglio se per ora passo ad altro” ed infatti, passai ad altro, se non altro in quel periodo (qualche giorno dopo l’uscita del disco, all’incirca). Intendiamoci, mi ha fatto solo bene ma non perché “Deheadment for Betrayal” sia un brutto disco, semmai la ragione era dal ricercarsi che la richiesta di recensione per tale disco mi giunse nel periodo musicalmente peggiore della mia vita, infatti in quel periodo con le sonorità estreme poco volevo averci a che fare, per innumerevoli ragioni che logicamente non starò qui a spiegare. Ma un dì, forse in qualche non precisato giorno di maggio, lo ripresi in mano e lo riascoltai, quindi solo allora ne scoprì le vere potenzialità. Non ci poso far nulla, perché è così che mi piace recensire qualcosa: in fondo, diciamocelo, quanto può contare la mia opinione rispetto a quella di un qualsiasi lettore acculturato, oggi nell’era dello streaming legale su YouTube, Bandcamp et similia? Poco, se non nulla. Il fatto che il sottoscritto si esprima scrivendo una recensione su TrueMetal di certo non lo eleva dalla massa (che spesso di musica ne capisce anche più di me…), semmai lo espone a dei rischi da gogna pubblica in molti casi, e ciò l’ho sempre detto e ribaduto in quasi ognuna di tutte le mie (sempre più rare, per i suddetti motivi rivelati in parziale sordina) recensioni, per quanto ne possa fregare al prossimo (anche qui poco, se non nulla).

Perciò, fatta tale prefazione, ho preferito lasciarmi trasportare dall’ascolto di questo disco solo quando ero nel giusto mood, sulla presa del momento da appassionato, ma metallaro (scapellato, nel mio caso) scatenato, da Metal Kid, Metal Fan o come cavolo volete che mi autodefinisca. Questo perché, anche in una fase totalmente estranea all’ascolto di sonorità estreme, aveva già intuito sia il pregio e che il difetto maggiore di questo disco e questa band, vale a dire quella di essere una band di Metallari per Metallari, vale a dire appassionati per appassionati. La mia scelta, voluta ripeto, è stata appoggiata ad hoc dal mio stesso cervello (!) appunto per evitare da parte mia stroncature premature, avendo anche letto altre recensioni non lusinghiere da parte degli altri versanti della stampa specializzata…personalmente, non mi è mai piaciuto stroncare un disco se ciò non corrisponde esattamente ad una giusta azione da compiere (da intendersi in senso puramente universale, ma come sempre ogni opinione è relativa): l’ho fatto in passato e mi fa sentire sporco…semmai getto la spugna ed avviso la band che la recensione non la curerò io, in massima sincerità. Nessun pelo sulla lingua. Tutto questo fiume di parole personali non giunge a caso, infatti “Deheadment for Betrayal” è stato a volte descritto come un disco senza personalità e, addirittura, senza idee ben precise (cosa a mio parere assolutamente non veritiera). La realtà è che, tale disco, sempre senza peli sulla lingua, è un clamoroso V_ff_nc_l_ (…caro lettore, vuoi comprare una vocale?) al Music Business, al tempo che passa tramutando le nostre vite di un tempo in ricordi e tanto altro. I Lectern vivono di luci che vengon dal passato, lanterne rigorosamente elettriche, accese ormai quasi ben 30 anni fa da tutti i pionieri del miglior Death Metal Made in U.S.A. e i Lectern vivon ciò con particolare orgoglio.

In “Deheadment for Betrayal” si sente una fierezza di appartenenza ad un passato che mai più tornerà e che dona forza portante al tutto rappresentando, appunto, sia il maggiore pregio che anche il peggiore difetto dell’opera. Ma, parliamoci chiaro, un vero amante del Death Metal non potrà non esaltarsi con questo disco, sicuramente a suo modo tributario ma di certo non per questo da scartare. “Certo, di dischi che suonan bene ma senza personalità sai quanti ce ne sono la fuori?” mi direte, e magari avrete sicuramente ragione..ma, ditemi quel che volete, io in “Deheadment for Betrayal” mi sono esaltato come non mai in questi ultimi mesi di ascolti attenti e prolungati! “Deheadment for Betrayal” è stato il disco della mia estate, ed io con la stessa fierezza dei compositori di questi brani contrapponevo una ‘Leals Shall Kill’ e la sua terremotante title-track alla solita hit Reggeaton estiva del cavolo. Il songwriting è giusto, secco, ricco di cambi di tempo sempre efficacemente strutturati (quindi mai fuorvianti/di troppo), sicuramente tributario in moltissimi passaggi (moltissime soluzioni forse ricordano fin troppo i primi Deicide) come lo è a conti fatti tutto il resto del disco, intendiamoci. Da badare che scrivo volutamente ‘tributario’ al posto del solito ‘derivativo’, termine spesso abusato ed in alcuni casi non veritiero, proprio come in questo caso.

Un disco per aficionados del Death, immediatissimo, ma in un certo senso anche profondo, che consegna ai Lectern la torcia della più meritata e marcia militanza underground. Ciò è merito anche di una convinzione di fondo che i più navigati del settore non potranno non percepire. Insomma, tanta vita personale e poche parole in merito al disco vero e proprio? Non esattamente, in tal caso vi spingo a rileggere la recensione da capo per una seconda volta (sempre che ne abbiate il tempo/la voglia) e capirete che tra questo fiume di parole tutto fa brodo.

Un brodo dalla ricetta realmente maligna, intrinsecamente violenta, sanguinolenta: rigorosamente, sangue di vittime cristiane sacrificate al volere dei Lectern.

Perchè, come recita il frontman Fabio Bava proprio nell’intervista a lui oggi pubblicata, “Ogni volta che muore un cristiano la sua ultima parola è… Lectern!”.

Questa è davvero il genere di band che mi piacerebbe davvero veder suonare maggiormente in giro, pura attitudine e fierezza Heavy Metal.

A me non chiedetemi di più, così come ai Lectern, che a noi tutti va comunque benissimo così.

Astenersi innovatori, questo è VERO Death Metal dall’anima nera come la Morte.

 

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