Recensione: Delighting In Relentless Ignorance
Questo è il periodo degli esami di maturità e, come saprà bene chiunque
l’abbia sostenuta o dovrà sostenerla prossimamente, il tassello che procura
più grattacapi è quello della “tesina”: redigerla su argomenti triti e
ritriti ma andando sul sicuro per argomentazioni ed approfondimento, oppure
cercare di essere forzatamente originali col rischio di tirare fuori qualcosa di
sfilacciato e che sembra voler dire “vorrei ma non posso” ?
Dipende dai casi: il primo esame della propria vita è un’incognita
ovviamente, non si è mai preparata una “tesi” con tutti i suoi crismi, né
si è sostenuto un vero e proprio esame. Può essere che uno scopra di avere un
certo talento nel costruire un qualcosa di sintatticamente corretto e
semanticamente accattivante, ma fino a che non ci si impegna sulla cosa non si
potrà saperlo.
Bene, in musica può essere che al proprio debutto ci si trovi a dover
fronteggiare delle problematiche affini seppure con le debite differenze:
mettersi in gioco o proporre qualcosa di già fatto? I Winds of Torment
hanno imboccato la seconda strada, ma la sorpresa è stata, a parere di chi
scrive, davvero positiva: il quintetto proveniente dall’esagono europeo non si
è limitato a riproporre degnamente un sound, quello death melodico, non ha
ricalcato pedestremente le orme dei padri del genere, ma ha saputo amalgamare
alla perfezione varie influenze (Dark Tranquillity, In Flames, Carnal
Forge ma anche in misura MOLTO minore gli Opeth) pescando quindi un
jolly: il risultato finale è che Delighting In Relentless Ignorance suona
splendidamente vivendo di vari momenti: quelli più cattivi e marci e quelli più
intimisti; vede altresì la sua forza qua e là negli stop & go tipicamente
Thrash/Death, ma si avvale anche di una preparazione tecnica davvero invidiabile
da parte degli strumentisti, capaci di arricchire ogni loro composizione con
preziosismi davvero pregevoli ma senza eccedere assolutamente, anzi direi
che tutto è al servizio della musica e non al contrario un mero e pretestuoso
motivo di vanto.
I pezzi sono, come si sarà potuto capire, tutti molto articolati e vivono
per questo motivo di più cambi cui corrispondono diverse risposte emotive, e ne
è la riprova il minutaggio, che tolte le due tracce finali sono di un minimo di
sei minuti; ai primi ascolti è uno scoglio, fatta eccezione per l’opener Devoid
Of Essence (Of Solemn Emptiness è un intro che a me personalmente
ricorda quella di Ghost of Perdition) che è davvero dirompente, dopo di
che, dopo l’assimilazione, si comincerà a percepire la bellezza
dell’epica ed evocativa The Unspoken Pact e ad apprezzare gli inserti
acustici posti ad arte dalla band.
Purtroppo il lato negativo è che proprio per la sua lunga durata
Delighting In Relentless Ignorance cala man mano che si arriva alla sua
coda, nonostante ciò è impossibile negare che il risultato dello sforzo dei
musicisti francesi sia un debut al di sopra della media per la personalità
dimostrata, capace di fare riconoscere sì le loro influenze, ma allo stesso
tempo di mantenerle distaccate come entità distinte.
Ancora una volta la Francia ha dato i natali ad una band degna del massimo
rispetto per qualità e potenzialità la cui prima prova è stata quindi
superata ben al di sopra di quelle che potevano essere le aspettative da riporre
in un debut.
Da tenere d’occhio.
Tracklist:
1. Of Solemn Emptiness
2. Devoid Of Essence
3. My Daydreams’ Specters
4. The Unspoken Pact
5. The Other
6. Relentless Ignorance
7. Swallowing The Ashes Of Guilt
8. Rules Overload
9. Within The Last Rays
Lineup:
Xavier – Voce
Bertrand – Chitarra
Jérôme – Chitarra
Alban – Basso
Jean-François – Batteria