Recensione: Dementia Precox
La scena metal turca non può certo essere additata come una delle più famose e, al tempo stesso, prolifiche in campo internazionale. Eppure è proprio da Ankara che arriva questo duo che risponde al monicker Acrosome, nato nel 2009 e già messo sotto contratto dalla nostrana Dusktone per il loro esordio discografico con “Dementia Precox”. Un debutto composto semplicemente da un EP di poco più di venti minuti di musica, ma evidentemente ritenuto sufficiente per mostrare di cosa siano capaci i due compositori Dy e Da.
L’etichetta ci presenta questo album come esponente del genere “oppressive shining post-black metal”. Le canzoni stesse dovrebbero essere composte da “solide e bizzarre strutture di musica d’atmosfera che si scontrano per condurre l’ascoltatore verso un nuovo concept di raggelante e drammatico post-black metal”. Naturalmente non ce l’abbiamo con la casa discografica perchè cerca di pubblicizzare al meglio e vendere i suoi prodotti. Ci viene, però, il dubbio che “Dementia Precox” non sia tanto il titolo di questo album, ma ciò che affligge musicisti e produttori del disco.
Al di là della battuta (ma solo fino a un certo punto), che potrebbe sembrare banale e scontata, rimane davvero più di un dubbio sull’utilità e l’opportunità di produrre e distribuire questo lavoro quando ci sarebbero molte altre realtà, sia in Italia che altrove, ben più meritevoli di una possibilità.
L’esordio degli Acrosome, infatti, si riassume in una serie di tappeti di tastiere e synth a comporre musiche variamente tetre e lugubri, sui cui si poggiano urla, strepiti, sussurri e suoni gutturali. Il che è un vero peccato, perchè nei pochi minuti in cui chitarre, basso e batteria si fanno sentire, quando cioè emerge l’anima genuinamente black, i risultati non sono neanche malaccio (vedasi “DP 1898” o “Acrosome” per conferma). I riff che il duo di Ankara è capace di sfornare, il modo in cui unisce questi elementi alle tastiere precedentemente descritte, è sicuramente degno di nota.
Purtroppo, come si diceva, sono solo sprazzi. Il resto di questi venti minuti (e per fortuna che son solo venti) è composto da lamenti e grida inutili e fini a se stessi che, anzi, stancano piuttosto in fretta e risultando, in definitiva, anche vagamente ridicoli, oltre che ripetitivi.
Spiace notare che con “Dementia Precox” si siano sprecati due occasioni in una. Da una parte gli Acrosome avrebbero potuto sfruttare meglio questa possibilità presentando un prodotto decisamente più interessante, ma è una colpa fino a un certo punto, perchè se questo è lo stile della band, è giusto che rimangano fedeli a sé stessi (anche se la proposta è in sé mediocre). Dall’altra la Dusktone avrebbe probabilmente potuto scegliere un po’ meglio e investire tempo ed energie in una band che se lo meritasse di più.
Tracklist:
01 Önsöz
02 Farkindalik Reaksiyonu
03 DP 1898
04 Doktora
05 Reaksiyonel Idea
06 Atenor
07 Acrosome
08 Sonsöz
Alex “Engash-Krul” Calvi