Recensione: Demo 2004

Di Alessandro Calvi - 19 Marzo 2005 - 0:00
Demo 2004
Band: Nepenthe
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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50

“Demo 2004”, questo il titolo del primo lavoro autoprodotto dai Nepenthe, giovane band dedita a una sorta di ibrido tra gothic e black che allega al cd speditoci anche la loro biografia e ciò che li ha portati a registrare queste 5 tracce, scusandosi anche se la registrazione non fosse stata proprio di primo livello. Si tratta infatti di un demo così autoprodotto da essere stato realizzato in gran parte in casa, quindi senza l’appoggio di uno studio di registrazione e di una fase di mixaggio semi-professionale.

Purtroppo bisogna ammettere che tutto questo si sente e anche molto. La prima traccia “Winter of Souls” si apre con una chitarra classica e un sottofondo sinfonico, poi poco a poco si vanno inserendo e sovrapponendo gli altri strumenti: chitarre elettriche, basso e batteria, oltre alla voce growl. Quando questo avviene si perde progressivamente di chiarezza nel suono e in particolare le chitarre giungono a risultare infine decisamente confuse e solo poco più di un ronzio variabile che oltretutto tende purtroppo a schiacciare e nascondere anche gli altri strumenti come la batteria e le tastiere.
Migliore invece la prova in “The Secret Mirror of Life”, gli strumenti hanno volumi decisamente migliori e si senton bene, finalmente si riesce ad apprezzare maggiormente il lavoro sui riff di chitarra. Interessante anche il break centrale di chitarra acustica, anche se sinceramente ha un suono così diverso da sembrare quasi registrato altrove e incollato lì in mezzo, oltre che forse un po’ troppo lungo, essendo sempre lo stesso giro dopo un po’ stanca.
“Through the Eyes of Emptiness”, risente sempre dei limiti enunciati in precedenza, ma presenta anche come variazione l’uso della voce pulita. Il vocalist non è niente male nella fase growl, facendo il suo dovere senza problemi, nella fase pulita invece mette in luce qualche mancanza e in alcuni passaggi non risulta secondo me sufficientemente incisivo.
Ultima canzone originale del gruppo, “Altar”, si discosta dalle precedenze per una sezione ritmica particolare composta principalmente di tanti stacchi e riprese, di tono quasi prog.
Il demo infine si conclude con una cover di “Bed of Razors” dei Children of Bodom dall’album “Hatebreeder” che sinceramente non mi ha per niente convinto. I Nepenthe infatti si sono sforzati di suonare la song il più simile possibile all’originale, scelta secondo me decisamente sbagliata dati i suoni su cui potevano contare. Inoltre all’atto del realizzare una cover a mio avviso è sempre meglio cercare di personalizzarla il più possibile cercando quasi di realizzare una nuova canzone, il confronto con l’originale altrimenti risulta essere quasi sempre deleterio.

Per concludere si tratta di una opera prima e come tale deve essere presa. Gli evidenti limiti tecnici nella registrazione di questo demo si sentono tutti e minano pesantemente anche brani che probabilmente avrebbero potuto comunicare molto di più. Dal punto di vista del songwriting e soprattutto degli arrangiamenti il gruppo è piuttosto acerbo e questo è evidente, le idee però godono di una più che discreta originalità. Sono quindi sicuro che i Nepenthe riusciranno presto a realizzare un prodotto decisamente interessante e di buona qualità.

Tracklist:
01 Winter of Souls
02 The Secret Mirror of Life
03 Through the Eyes of Emptiness
04 Altar
05 Bed of Razors (Children of Bodom Cover)

Alex “Engash-Krul” Calvi

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