Recensione: Demo 2007
I North By Northwest portano lo stesso nome del titolo inglese del famoso film di Hitchcock Intrigo Internazionale, ma sono un quartetto proveniente da Roma nato dall’incontro tra i chitarristi Andrea Carletti e Federico Forleo. I due, dopo un periodo trascorso a suonare in gruppo di stampo punk/grunge chiamato Metaversus, in cui Forleo siedeva dietro alle pelli, decidono di dar vita a un nuovo progetto, a cui si unisce il batterista Eugenio Frasca nel 2003 e, solamente nel 2005, viene trovato un bassista in pianta stabile nella persona di Dario Khan.
Forti dei consensi ricevuti in sede live, la band incide nel 2006 il suo primo demo che fa subito apprezzare ai più le sue doti compositive, tanto da ottenere l’inserimento di uno dei brani in esso contenuto, The Long Goodbye, all’interno di The Best Of Indies In Italy, una raccolta di brani presentata in occasione della 41°esima edizione del Midem di Cannes.
Dopo questo evento il gruppo vede due importanti cambi di formazione: Khan è costretto ad abbandonare il gruppo come conseguenza del suo trasferimento a Londra per motivi di studio e viene sostituito al basso da Federico Giorgi, mentre anche Frasca abbandona il progetto poco dopo, rimpiazzato da Fabio Luppi.
Il demo dei North By Northwest sembra ripercorrere un po’ tutta l’evoluzione di questa band, proponendo un insieme di stili e di modi di suonare molto diversi e contrastanti, uniti con classe e intelligenza. Il titolo è semplice e fin troppo modesto: Demo 2007. In verità all’interno delle sei tracce ci sono sei momenti di ottima musica e di altrettanto ottime emozioni.
L’introduzione è leggera e delicata, utilizzando solo un pianoforte, un ottimo contrasto per cogliere di sorpresa l’ascoltatore con la traccia successiva, An Unmerciful Dial, con un attacco quasi depressive, mette subito in luce gli elementi che caratterizzano la musica di questo quartetto. Quello che esce da questi solchi sembra essere una continuazione ideale di quanto sentito dagli Opeth più acustici e introspettivi di Damnation, ma rielaborata in modo originale e personale. Gli intermezzi più distesi e cullanti, sono interrotti da partiture più energiche, talvolta quasi furiose, impreziosite dalla voce un po’ rauca e graffiante di Andrea Carletti e dai cori di Federico Forleo. La successiva canzone, The Long Goodbye è un ottimo esempio di questo, in continuo equilibrio tra parti soffuse e sognanti che emergono e fanno lentamente tacere come una delicata coltre le parti ripetute e ossessive.
Tutte le musiche del disco sono opera di Federico Forleo, ad eccezione dell’introduzione, composta dal bassista e pianista Dario Khan e da Wrong, scritta dal cantante e chitarrista Andrea Carletti. Proprio quest’ultima traccia si distingue dalle altre per delle atmosfere iniziali che possono ricordare, anche se solo marginalmente, lo sludge ampio e dilatato degli Isis, e da alcuni graffianti inserti dal sapore quasi grunge, per poi tuffarsi nell’ottima chiusura del disco che porta il titolo di Me, Myself And I. Qui le atmosfere malinconiche in stile Opeth sono interrotte da sfuriate cadenzate, imprigionate nell’ossessivo ripetersi di riff di chitarra fangosi, sludge, con cui muore la canzone.
Malinconico e affascinante, definire semplicemente ben riuscito questo lavoro dei North By Northwest è riduttivo: rifarsi ad alcune sonorità come quelle degli Opeth senza risultare già sentiti o addirittura noiosi non è affatto facile e ancora meno lo è rielaborarle e renderle personali e, in qualche modo uniche. Questi ragazzi hanno esordito nel migliore dei modi e si spera che la qualità dei loro brani si mantenga su questi alti livelli anche in futuro. Per ora, che la musica parli per loro.
Silvia “VentoGrigio” Graziola
Tracklist:
1.Intro
2.An Unmerciful Dialogue
3.The Long Goodbye
4.Slint
5.Wrong
6.Me, Myself And I
Lineup:
Andrea Carletti: voci, chitarre
Federico Forleo: chitarre, tastiere, voci
Eugenio Frasca: batteria
Dario Khan: basso, pianoforte