Recensione: Demo III

Di Alessandro Rinaldi - 6 Marzo 2025 - 21:03

L’universo del metal è costellato di diverse realtà, dalle superstar, che lo elevano a livelli di merchandising degni di band mainstream, alle quelle più piccole e meno note: e sono proprio quest’ultime, spesso, a cui rivolgiamo le nostre attenzioni e a cui siamo più affezionati. Una delle caratteristiche più belle dei metalheads è proprio questa, cioè quella di avere un’intrinseca attitudine alla ricerca di nuove realtà sconosciute, ovvero il cosiddetto underground. E in Italia, va detto, questo segmento è piuttosto florido, con tante band che aspettano la loro occasione per spiccare il volo, non sempre sostenute adeguatamente dalla base e dalle etichette.

Tra queste, ce n’è una di Roma, i Noctisium, fondati nel 2 giugno del 2023 da Lord Dagor (chitarrista e compositore) e Lord Alastor (cantante); la line-up si completa con il bassista Poet Slayer, il batterista Haborym e Messère al sintetizzatore. Il quintetto romano propone un crudo raw black metal, dal sound particolarmente spigoloso ed essenziale, ma oscuro e primordiale: un viaggio indietro nel tempo agli albori dell’età dell’oro, o meglio del nero, del movimento, ovvero agli inizi della seconda ondata del black metal.

Demo III è composto da sette canzoni, per un totale di 25 minuti di ascolto, quindi un lavoro perfettamente in linea con gli standard del genere. Si parte con l’intro strumentale, Gladius Vindictæ, un passaggio strumentale condito da una tempesta di spade che si scontra. Con Majesty Of The Black Empire entriamo nel vivo di Demo III, una furente cavalcata in cui spicca il growl di Lord Alastor che rappresenta al meglio lo spirito di questo lavoro. Across the Nightsky ha delle atmosfere cupe e malinconiche che ci portano nella Norvegia dei primi anni ’90.  Bellissimo riff di apertura di Effigy on the Blades, dal sapore anni ’80, pronto a diventare una danza diabolica e che spiana la strada ad altri due brani mefistofelici, Soldiers of Hate e Ad Æternam Civitatem. E il cerchio si chiude come era iniziato, con la spaventosa outro A long journey to the eternal lands che potrebbe essere tranquillamente la colonna sonora di un film di Dario Argento.

L’operazione nostalgia è riuscita parzialmente. Sebbene il raw abbia un suo fascino ed una sua raison d’être nei fans che si sono avvicinati a questo genere proprio ascoltando la musica a cavallo tra gli ’80 ed i ’90, va detto che non sempre questa scelta può risultare azzeccata. Il suono è decisamente minimal e a volte sembra di ascoltare delle registrazioni live fatte su nastro, per intenderci un effetto qualitativo inferiore al Live at Leipzig dei Mayhem. E siamo nel 2025. Onestamente, ogni band propone la sua musica nelle modalità che preferisce, perché se le vie del Piacere sono infinite, lo sono anche quelle della ricerca del bello; tuttavia, ci sembra che la scelta della band sia stata un po’ troppo eccessiva, andando da un lato ad enfatizzare lo screaming incisivo di Lord Alastor e allo stesso tempo a penalizzare la struttura compositiva, che risulta di livello, come ad esempio brani tipo Majesty Of The Black o  Across the Nightsky. Un po’ come, ad esempio, hanno fatto i Lum, come abbiamo visto in Lunaria – I racconti del falò e L’Feu e la Stria, dischi in cui l’aspetto più selvaggio è stato attenuato in sala di registrazione, creando un prodotto che è riuscito a preservare la sua natura, creando un bilanciamento tra qualità e propensione compositiva raw.

In ogni caso, i Noctisium sono una band da tenere d’occhio, con un notevole potenziale, a nostro avviso ancora non totalmente espresso.

Ultimi album di Noctisium

Band: Noctisium
Genere: Black 
Anno: 2024
65