Recensione: Demons and Wizards
Lavoro nato dall’ex-bassista, ora solo voce dei
Blind Guardian, Hansi Kursch e dal chitarrista degli Iced Earth Jon Schaffer.
Demons & Wizard: con
questo nome è stato battezzato il connubio tra Power Metal Americano,
e Power Metal europeo ( anche se bisogna dire che i Blind Guardian si discostano
un po’ dalla corrente power presente in Europa, grazie anche alla tonante
voce del tedesco). Due grandi musicisti, due amici, due generi, un solo cd;
con questo progetto, quindi, si è cercato di unire due generi musicali
così simili, ma allo stesso tempo cosi’ diversi e, devo dire,
il risultato non è così eccelso come se lo immaginava da due artisti
di questo calibro. Credo che il problema principale siano state le origini dei
due: in questo progetto, infatti, si sente la necessità di non creare
un qualcosa ne troppo simile ai blind, ne troppo simile agli iced; per questo
ci si ritrova con pezzi a metà tra un genere e l’altro, e l’unione
dei due stili in alcune parti pare molto artificiosa.
Nonostante questo però, il risultato tecnico e’ degno di nota,
la voce di Hansi e’ qualcosa di splendido, con tonalità che vanno
dal melodico nella bellissima The Fiddler on the Green , ad acuti
degni di nota in Poor man’s Crusade anche se, avendoli visti personalmente
dal vivo, devo dire che i cori cantati dal tedesco sono tutt’altra cosa
rispetto a quelli fatti dal bassista ( nel cd, infatti, Kursch fa da corista
alla sua stessa voce, e, in alcune parti, si sospetta di interventi artificiosi
), ed i riff di schaffer sono, come al solito, dei piccoli capolavori.
Parlando di musica, questi pezzi sono delle reminescenze di Jon , scritte negli
anni ottanta ( due canzoni sono, tra l’altro, dei purgatory, la sua ex
band ) e riadattate ai giorni nostri, ed alcuni sono degni di essere ascoltati
più volte. Il cd inizia con Rites of Passage, una parte strumentale
con cori, ricordo di ogni tradizione power, che crea un atmosfera cupa e tetra,
spezzata dalle prime note veloci e graffianti di Haven Denies. Da nominare
assolutamente e’ Fiddler on the Green, splendida ballad, dove la
voce di hansi, calda e melodiosa, si fonde alla perfezione con la chitarra acustica
di Jon… questo si, che e’ un vero capolavoro. Per il resto, Blood
on my Hands è una delle “veloci” più belle, con
un sapiente uso di doppiacassa ed aspri riff di chitarra, oltre all’onnipresente
tonante voce che merita di essere ascoltata.
Il Cd si chiude con un mini concept di tre canzoni ( Tear down the Wall,
Gallow’s Ple, My Last Sunrise ), che parla del Demone Azrael, creatore
dell’universo… e distruttore allo stesso tempo, per rendere la
sua opera immortale, nel susseguirsi infinito del tempo. Ultima traccia…
una sorta di coro a cappella, che chiude il racconto, iniziato con il Rites
of Passage iniziale.
Hansi Kursch e Jon Schaffer con questo Cd, quindi, vogliono raccontarci una
storia, che, forse a causa della sua grandissima attesa ( dopo i problemi all’udito
del tedesco, che han tenuto fermi i blind guardian per un discreto periodo,
infatti, qualsiasi cosa con il suo nome avrebbe suscitato l’interesse
di ogni fan della band ), non è all’altezza delle aspettative, ma che
riesce, comunque, a creare buone idee, che, speriamo, verranno sfruttate e migliorate
nel prossimo lavoro del mago e del demone. Lavoro che, ci assicurano, ci sarà.