Recensione: Departure
Dopo diversi anni di gavetta, dopo diverse traversie contrattuali e
di line up, dopo un demo e un ep di ottimo livello, ecco finalmente il
primo full lenght degli svedesi Forest Of Shadows, ridotti
ormai al solo Niclas Frohagen. Departure è un
disco fantastico, un lavoro completo ed emozionale, in grado di
soddisfare tutti quelli che dalla musica non vogliono solo una manciata
di canzoni per passare un’oretta, ma sanno, e desiderano, spingersi
oltre. Questo disco è soprattutto per loro. Chi saprà lasciarsi
trasportare ed avvolgere da queste seducenti tracce troverà un lavoro
fantastico, un rifugio in cui nascondersi e in cui arricchire anima e
spirito.
Iniziando l’ascolto delle cinque tracce che compongono l’album
veniamo subito catapultati nel mondo dei Forest Of Shadows e l’
inizio minimale di “Sleeping Death” è magistrale in
questo senso: la malinconica voce di Niclas ci prende per mano e ci
accompagna in un vorticoso, lento ed inesorabile crescendo di emozioni.
La lunga traccia si sviluppa in maniera grandiosa e armonica attraverso
atmosfere ora plumbee e nere, ora con squarci abbaglianti in grado di
riportarci in superficie. Niclas, oltre a suonare tutti gli strumenti,
ci delizia con una prova canora incredibile: il suo growl è pieno,
potente, disperato e trasuda un’ angoscia sincera e assoluta in grado
di mozzarti il respiro. Il tutto viene alternato al suo cantato pulito,
basso e sofferente; probabilmente non sarà perfetto da un punto di
vista puramente tecnico, ma è sincero e riesce magnificamente nell’
intento di trasmettere quella sensazione di abbattimento totale,
avvertibile in ogni secondo di questo album. I sedici minuti della
prima traccia scorrono via con una facilità disarmante e alla fine ci
troviamo stremati e travolti da un turbinio di sensazioni
straordinariamente intense e gratificanti.
Lasciarsi trasportare dalla struggente malinconia della seconda
traccia, intitolata “November Dream”, è qualcosa di
unico. Oltre dieci minuti di arpeggi delicati, di riff penetranti e di
passaggi sconcertanti per magnificenza sonora. Il pianoforte viene
dosato con parsimonia e cura, andando a sottolineare con poche tristi
note i passaggi più sofferti, posando così un ulteriore velo di
malinconia sulle deliziose trame disegnate dagli altri strumenti. La
successiva “Bleak Dormition” ci regala cinque minuti in
cui Niclas lascia parlare solo la nuda musica: perdersi in questo mare
di desolazione sarà facilissimo e lasciarsi cullare dalle note storte
di questa traccia sarà come abbandonarsi a un lento ma inesorabile
oblio. Un decadente pianoforte pone fine a questa intensa strumentale e
ci introduce alle fantastiche melodie di “Open Wound” e
della conclusiva title track. Qui la voce disegna trame avvolgenti e
disperate da cui è veramente impossibile rimanere indifferenti, mentre
le chitarre accompagano il canto e si insinuano come gelidi soffi di
vento nella mente sussurrando candide armonie. Ma il tempo per
rifiatare è breve. Ecco che subito una nuova esplosione sonora
trasudante di passione torna a colpirci in modo devastante e
implacabile. L’accelerazione finale di “Departure”
coglie all’ improvviso e, come sorpresi da una terribile tempesta,
rimaniamo inerti e atterriti, ma allo stesso tempo affascinati di
fronte a tanta bellezza e strabordante emozionalità. Raramente avevo
sentito delle note così piene di ispirazione e di genuina afflizione:
posso solo inchinarmi di fronte al lavoro svolto dall’artista svedese.
La cupa disperazione degli Shape Of Despair e degli Evoken,
le melodie sofferte dei My Dying Bride, i passaggi cristallini
degli Opeth, le sonorità eteree dei Katatonia ed echi
di lontane dilatazioni sonore di scuola Isis: ecco le
principali influenze di Niclas incontrate lungo il cammino di Departure.
Un cammino lungo, notturno, in cui però si intravedono delle fessure;
spiragli di luce emanati dalla straordinaria vena melodica che pervade
tutte le tracce. Luci che ci guidano attraverso il buio, che ci
consolano e permettono al lavoro di staccarsi da territori strettamente
funeral doom, per entrare in un contesto più variegato e ricco di
sfumature. Le tracce di Departure presentano una
maturazione e una completezza straordinaria, ogni nota è perfetta, non
ci sono passaggi noiosi o inutili, tutto è inserito con classe e gusto
donando al disco una doppia faccia perfettamente bilanciata: sfuriate
elettriche/stacchi atmosferici, growl/pulito, buio/luce, rabbia
furiosa/languida malinconia…
Dopo un’ora di affascinanti affreschi sonori, quando anche l’ultimo
secondo di Departure sarà terminato e le ultime gelide
note di pianoforte ci riporteranno alla realtà, allora riapriremo gli
occhi e ci accorgeremo che, purtroppo, non molto è cambiato: il grigio
e la desolazione sono ancora intorno a noi, solo che ora saremo più
forti, più consapevoli. Departure ha anche questo potere.
Paolo “-BlackDream-” Borella
Tracklist:
1. Sleeping Death
2. November Dream
3. Bleak Dormition
4. Open Wound
5. Departure