Recensione: Depopulate
Depopulate fa parte di quella schiera di dischi che pur non
essendo capolavori costituisco l’humus fondamentale del death metal, solida base
su cui si appoggiano i masterpieces e ancora di salvezza del genere, a fronte di
uscite, ahimè sempre più frequenti, prive di spessore. Un disco dannatamente
sincero e onesto, che si mostra in tutte le sue qualità (e difetti) in puro
stile americano, cioè scaraventandovi in pieno volto passione, capacità e
dedizione alla causa.
Il secondo album dei californiani Vile si sviluppa quindi su canoni
brutal death di stampo floridiano, concentrandosi principalmente sulla stesura
dei brani, lasciando ad altri le gare di velocità ed estremismi troppo forzati.
Un brutal “arioso”, multiforme, accorto nel dosare frangenti ultra-fast e
soluzioni intricate. Un disco che si fa apprezzare per la particolarità di
rendere il classico sound made in Usa ancora sufficientemente fresco e
stimolante, cosa che di questi tempi sembra molto difficile da attuare. Tutto
questo grazie ad un lavoro intelligente in fase di scrittura, dove nulla è stato
lasciato al caso, anche a costo di perdere qualche punto sotto il profilo
dell’impatto tout-court e della compattezza del suono.
Ma niente paura, Depopulate rimane comunque un lavoro molto
diretto che (come il successivo
The New Age Of Chaos) cresce lentamente, ascolto dopo ascolto, un disco
che dapprima ti affossa sotto i colpi di un drumming precisissimo e
successivamente rivela tutta la bontà delle ritmiche, a tratti insolitamente
melodiche, e degli arrangiamenti. Manifesto di tutta questa analisi è
sicuramente la title-track posta in apertura, una delle migliori canzoni
ascoltate da qualche anno a questa parte, passando poi per Retalitation,
un vero fiume in piena, Unit 731, ottimamente strutturata, arrivando fino
a Interrogation Rites degna chiusura di un dischetto che meriterebbe
l’attenzione di tutti gli appassionati. Capitolo a parte è l’ultima traccia,
Bitterness, un malinconico e depressivo arpeggio con temporale e urla
deliranti in sottofondo.
Una buonissima prova, che mette in luce le capacità dei nostri, a cui manca
solamente maggiore esperienza e malizia per poter compiere definitivamente il
salto di qualità. Esperienza che purtroppo i Vile non sembrano aver
acquisito neppure con l’ultimo disco che, come Depopulate,
rischia di perdersi nell’enorme calderone della scena brutal, il che sarebbe un
vero peccato, visti gli spunti molto interessanti che offrono. Il mio consiglio
è quindi di non lasciarsi sfuggire questo disco, molto curato anche sotto il
profilo della produzione e della veste grafica. Non vi pare abbastanza?
Stefano Risso
Tracklist:
- Depopulate
- Butchered
- Path To Incineration
- Retaliation
- Engulfing Horde
- Eat The Rude
- Unit 731
- Interrogation Rites
- Bitterness