Recensione: Der Letzte Weg
Nel piccolo Liechtenstein c’è tutto, o quasi.
Mancava solo una band di metal, o meglio di metal estremo, così ci hanno pensato nel 2008 i Dark Salvation, a colmare la lacuna. In cinque anni in Nostri hanno badato innanzitutto a percorrere in lungo e in largo le valli natie per farsi le ossa in sede live (“Dark Winters Night III 14/03/2009”, DVD, 2009), per poi incidere le proprie idee su due album autoprodotti: “Bärgthron”, del 2010, e “Der Letzte Weg”, di quest’anno.
“Der Letzte Weg”, oggetto della presente recensione, si dimostra in tutto e per tutto un’autoproduzione solo per il fatto che non ci sia la regolarizzazione di un contratto con una label ufficiale. Il resto, infatti, non ha nulla da invidiare a niente e nessuno. Cominciando dalla confezione, curata in ogni dettaglio grafico (responsabile Patrick Wittstock) e completa di libretto con i testi. Per proseguire con la realizzazione musicale vera e propria (registrazione e missaggio del connazionale Oliver Falk presso i Devils Sound Studios, masterizzazione del teutonico Andy Classen negli One Stage Studios), improntata sulla massima professionalità anche e soprattutto da parte dei membri della band.
Band che propone un death metal melodico assai influenzato dal black e dal viking, quindi coerentemente lontano dal gothenburg metal tipo In Flames e compagnia cantante. Probabilmente le cupe foreste che coprono le lande mitteleuropee hanno una forte presa emotiva sul modus compositivo dei Dark Salvation, decisamente impegnati a costruire un impianto stilistico in cui sia percepibile in modo massiccio quel sentimento d’intima comunione con la Natura che solo gli act scandinavi sanno dare. Si devono riscontrare positivamente, quindi, gli abbondanti inserimenti delle tastiere come da tradizione (nordica) del genere; atti a rimpolpare il sound e a colorarlo di tinte eroiche invece che a contribuire direttamente alla sua costruzione. Poi, gli arabeschi ricamati dalle lead guitar di Simon Sprenger e Kevin Schädler, anch’essi spinti al richiamo di leggendarie storie à la Bathory. Anche il growling di Gianluca Teofani funge da legame con le fogge musicali di ensemble quali, per esempio, gli Amon Amarth; a volte aumentando di aggressività per confluire nello screaming ma comunque evitando ogni eccesso fuorviante l’obiettivo primigenio. Cioè, far death melodico puro al 100%.
La volontà di non muoversi da tale ortodossia, se da un lato rende onore al rigore stilistico manifestato dai cinque ragazzi di Triesenberg, dall’altro rende un po’ troppo prevedibile “Der Letzte Weg” in virtù di una mancanza congenita di elementi innovativi o perlomeno freschi. Dopo qualche song, in particolare, non c’è quella sorpresa per ciò che è a venire che, invece, dovrebbe esserci in ogni opera di grande qualità artistica. Tutto, insomma, appare scolastico e scontato anche se, occorre rimarcarlo, viene fatto con estrema competenza e dovizia di particolari.
Anche le canzoni non sono eccezionali ma al contrario sono piuttosto anonime, anzi per meglio dire acerbe. Come se mancasse il coraggio per osare quel qualcosa in più sì da rendere l’album memorabile. Quel qualcosa in più che, a parere di chi scrive, la formazione ha nel proprio DNA. Poiché non si spiegherebbe altrimenti la presenza, nel platter, di una canzone assolutamente fantastica come “Sekunden Meiner Macht”, nobilitata da un chorus di chitarra da brividi sulla pelle destinato a conficcarsi definitivamente nella scatola cranica. Purtroppo si tratta di un caso isolato o poco più giacché, oltre alla discreta “Tränenmeer”, non rimane molto altro, da menzionare.
I Dark Salvation si possono promuoverer con una sufficienza più che dignitosa, con la sensazione anzi la certezza avrebbero potuto fare di più, molto di più, con “Der Letzte Weg”. Bravi comunque a mantenere in alto l’onore del true melodic death metal!
Daniele “dani66” D’Adamo
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