Recensione: Desolation
Il progetto parallelo Ratsel nasce dalla mente di niente popò di meno che… Rastel appunto, membro dei già noti Cold Moon. Lo scopo della one band è saggiare soluzioni musicali senza intaccare l’anima della band principale, che col senno di poi non penso sarebbe uscita irreparabilmente stravolta da queste “contaminazioni”. Infatti, ora più che mai, la parola “sperimentazione” è da prendersi nella maniera più relativa possibile, tanto che lo stesso autore non si nasconde dietro grandi giri di parole per descrivere il suo black volutamente arido e crudo.
Tracciati i presupposti, arrivare a cosa sia Desolation è abbastanza immediato: ispirazione tratta da Judas Iscariot – Black Circle dichiarata e confermata dalla musica, brani minimali prettamente mono-riff ritmati da una drum machine dall’altalenante precisione, opera di Mimmo D’Ippolito.
Malgrado una certa semplicità e la relativa ispirazione, il mid tempo “Abducted in a Fist of Fog” ed il riff scheletrico di “Desolation” sembrano acerbi ma onesti, in grado di cogliere e trasmettere solo relativamente le sensazioni di depressione ed odio che, a detta di Ratsel, hanno contraddistinto il periodo della loro gestazione.
Desolation non può permettersi grandi pretese ma è registrato con una qualità sufficiente, vede un Ratsel impegnato tra growl e scream e non sdegna qualche tocco canonico ma d’effetto, come i cori ecclesiastici e i sussurri dell’intro. Pecca però nella cura dell’esecuzione, più imprecisa che raw e nella forma complessiva, ferma ad un black metal poco dinamico che non si risolleva nemmeno con il feeling, che nel settore può fare miracoli se azzeccato, ma che qui non decolla completamente.
Ratsel deve lavorare ancora molto al suo progetto solista; intanto Desolation è un primo passo, attendendo altro materiale che probabilmente non vedrà “luce” prima della fine del 2006 (cit.). Staremo a sentire.
Tracklist
01. Intro – Abducted in a Fist of Fog
02. Desolation
03. Night of the Silent Crestures