Recensione: Destination Destiny
Tornano sulle scene dopo un lungo periodo di silenzio i Blind Alley, valida band svedese attiva nel campo del rock melodico che con il precedente ‘Infinity Ends’ , edito per Aor Heaven, aveva dato prova di discreta competenza e padronanza della “materia”, sfoderando un album di buon livello che, a fronte di una serie di pecche in sede di produzione, offriva di contro un songwriting spigliato e piacevole, mai colossale ma indubbiamente di interessante caratura.
Il nuovo ‘Destination Destiny’ , platter già circolante sul mercato “underground” da circa un anno come auto-produzione (ora riproposto della americana Perris Records), riprende con fedeltà le coordinate stilistiche già conosciute nelle precedenti fatiche del gruppo, alimentandosi così da una mistura variegata e discretamente riuscita composta da elementi di rock melodico di tipica estrazione scandinava, evidenti sfumature di matrice Aor, qualche sprazzo easy listening ed una vena prog rock di sottofondo, pronta a manifestarsi di tanto in tanto per conferire maggiore enfasi e “coloritura” ai vari brani.
Piacciono molto le doti strumentali, dimostrate tramite una compattezza di suono più che accettabile condita da alcuni assoli ben assestati, così come valida e sufficientemente collaudata pare essere l’abilità in sede di costruzione dei pezzi; qualche appunto va invece mosso nei confronti delle parti vocali (di cui sono responsabili i due frontman Hans Dimberg e Magnus Olsson), a volte non troppo brillanti ed ottenebrate da qualche insicurezza e mancanza di personalità che le rendono talora acerbe e prive del giusto dinamismo.
Nonostante ciò, non sono poche le tracce presenti in scaletta ad offrire motivi di interesse e soddisfazione: le cromate ‘Voices’, ‘Until I See’, ‘Won’t Touch Ground’ e ‘Victory’, unitamente alla gioiosa ‘Fire And Ice’ ed alla ruvida ‘Take Me Up’, costituiscono il cuore di un album che può effettivamente regalare qualche momento piacevole ed alcune situazioni gradite agli amanti del rock melodico più leggero, basato su armonie di facile assimilazione e su ritornelli immediati e semplicemente orecchiabili.
I fans di Radioactive, Journey, Treat, Fortune, e Tommy Denander , si facciano dunque qualche conto in tasca: nel caso sia rimasto qualche spicciolo residuo, ‘Destination Destiny’ potrebbe in fondo rivelarsi un investimento interessante, non imprescindibile ma nemmeno privo delle necessarie qualità utili a giustificarne un eventuale acquisto.
Tracklist :
01. Voices
02. Another Day
03. Until I See
04. Silhouette
05. Fire And Ice
06. Talk Of The Town
07. Take Me Up
08. Won’t Touch Ground
09. The One To Never Know
10. I Cannot Fight
11. Stone Cold Eyes
12. Victory
Line Up:
Hans Dimberg – Voce
Magnus Olson – Voce
Pierre Glans – Chitarra / Basso