Recensione: Det Vilde Kor
Ricordo con una certa nostalgia quel freddissimo giorno d’inverno in cui sono entrato in un negozio di CD, e spulciando tra la musica nazionale mi sono imbattuto in un album dalla copertina particolarmente attraente di una band allora alle prime armi: l’album era Åsmund Fregdegjævar, e loro erano i sette araldi di Trondheim, i Lumsk. Piacevole, accattivante, con una buona dose di metal a condire un folk dai toni leggiadri ma incisivi, il loro stilema si è ripetuto anche in Troll, seguito interessante dalla produzione stellare generata da un sontuoso premio di 500.000 corone norvegesi guadagnato durante i Grammy dell’anno successivo al loro debutto.
Ora, nel 2007, i Lumsk ci riprovano richiamando al loro capezzale alcuni strumentisti d’eccezione e un cantante che in Norvegia ha già grande fama, Ola Bremnes, con un risultato che viaggia a metà tra l’esplosivo e l’imbarazzante.
“Det Vilde Kor”, “Il Coro Selvaggio”, nasce dall’incontro tra le poesie del premio nobel Knut Hamsun, uno dei padri della letteratura moderna norvegese, e l’espressività della talentuosa Stine Mari Langstrand, attorno alla quale ruota tutta una serie di strumenti che di colpo, dopo appena due anni, hanno perduto qualsivoglia carattere metal in favore di un’esperienza più dichiaratamente teatrale. E questa senza dubbio è la caratteristica più notevole del terzo lavoro dei Lumsk: un’opera letteraria in musica, una delicatissima incisione strumentale che trascende dalla violenza del genere che ha posto le fondamenta della band e si tramuta in una fioritura di sussurri popolari di gran pregio stilistico.
Tutto quindi nasce e ruota attorno all’eccellente voce della cantante, che aleggia impalpabile tra brevi movimenti di chitarre classiche, elettriche, oboe, violini e clarinetti e crea melodie orecchiabili e ammalianti, degne di un pop-rock ricercato e a tratti dichiaratamente progressivo che, come già detto, difficilmente trova posto nel metal ma sicuramente troverà consensi nei salotti degli intenditori di musica a 360°, i quali gradiranno senz’ombra di dubbio i quadretti teatrali della lunga suite in quattro parti dedicata alla Parola di Svend Herlufsen.
Tutto è un vibrare di luci e ombre in Det Vilde Kor. L’espressività musicale dà il meglio di sé in brani come la piacevolmente eccentrica “Jeg Har Det“, da sentire almeno una volta nella vita, la passione trasuda copiosa nel duetto imperatore dell’album, quell'”Om Hundrede Aar Er Alting Glemt” che apre le danze a seguito della sognante “Diset Kvæld“.
Il mestiere dei Lumsk, già consacrato da articoli lusinghieri su diverse testate nazionali norvegesi, è innegabile in quest’album, così come è innegabilmente trascinante il lungo sogno a occhi aperti che si snoda tra le orecchie di chi viene portato per cinquanta minuti tra le righe dell’immaginario Hamsuniano, tuttavia resta il solito, annoso problema di fondo: Det Vilde Kor ha poco di selvaggio, e ancor meno di metal. E il discorso è ben diverso da quello che si potrebbe fare per i Drudkh o i Månegarm di Urminnes Hävd. Le diversioni puramente folk a cui abbiamo già assistito nella storia del metal sono state parentesi volute e congegnate ad arte, mentre questa dei Lumsk è chiaramente una virata che non lascerà scampo: i sette aedi di Trondheim hanno deciso di virare verso un pop-rock elegante e raffinato dal quale non torneranno indietro. Det Vilde Kor insomma è un addio che porrà i fan della band di fronte al fatto compiuto. Non vi aspettate i Lumsk che avete sentito finora, poiché chi cercherà un Coro Selvaggio musicale rimarrà profondamente deluso, quasi ustionato da questo nuovo lavoro. Chi invece va cercando un Coro Selvaggio puramente lirico troverà in Det Vilde Kor un’opera preziosa, intimista e densa di ispirazione.
L’odore del metallo, dell’alcool e dei tizzoni che bruciano è ormai lontano, e il sentiero da percorrere sarà per alcuni un po’ troppo lungo: questo è un avvertimento dunque, uomo avvisato…
TRACKLIST:
1. Diset Kvaeld
2. Om Hundre Aar Er Alting Glemt
3. Höstnat
4. Paa Hvaelvet
5. Lad Spille Med Vaar Over Jorden
6. Duttens Vise
7. Min Kaerest Er Som Den
8. Og Du Vil Vide
9. Jeg Har Det
10. Se Natter Er Livet
11. Godnat Herinde
12. Skaergaardsö