Recensione: DetermiUs
Non mi pareva fosse passato così tanto tempo da Circus Colossus, ottimo terzo album dei Leverage. Invece, dieci anni sono volati ed eccoci finalmente (è il caso di dirlo) a lodare il rientro della band finlandese con questo DeterminUs, che va a prenotarsi un posto nella classifica 2019 dei migliori prodotti hard & heavy.
Le novità nella formazione non mancano. Oltre al chitarrista Mikko Salovaara e al bassista Sami Norrbacka, è soprattutto la voce piena di Kimmo Blom a marcare la discontinuità rispetto al passato, non così recente, del gruppo; discontinuità che, in vero non si riscontra nella proposta dei finlandesi, che non si discosta di molto da quanto già messo in bella evidenza nelle uscite precedenti. Hard rock pomposo, venato di heavy e qualche spruzzata di power: bellissime le melodie, capaci di stamparsi immediatamente nell’ascoltatore senza per questo concedere troppo alla scontatezza. La band gira alla grande, dimostrando ottime capacità esecutive e in fase di arrangiamento. La produzione calza alla perfezione alla musica, riuscendo a valorizzarne le ottime dinamiche grazie a una bella presenza degli strumenti.
Pur affondandosi in un genere pienamente consolidato, i Leverage dimostrano la (rara) capacità di ritagliarsi un angolo di personalità distintiva, che li rende riconoscibili nella massa delle proposte odierne. A favorire questo aspetto è il notevole grado di variabilità che si può riscontrare in ogni uscita della band. Insomma, nell’epoca dello skipping annoiato e della veloce catalogazione di un disco all’altezza della sua terza canzone, DeterminUs riesce a mantenere alta l’attenzione e (perché no) la curiosità dell’appassionato in virtù del suo migrare ragionato tra generi sì affini, ma diversi.
Ecco, dunque, che un pezzo di AOR tirato come Burn Love Burn è seguito da una Wind Of Morrigan, che ibridizza alla grandissima venate folk con pomp rock (chi ha detto Ten?), e da Tiger, arricchita da un riffing quasi prog metal che rimanda ai Symphony X. Detto così, pare un gran pasticcio d’ingredienti incoerenti: la bellezza di DeterminUs, invece, sta proprio nel saperli amalgamare in un tutto coerente. Alla fine, lo si ripete all’infinito, quel che conta è la qualità della musica: e qui ce n’è da vendere.
Red Moon Over Sonora è sognante e potrebbe stare su un disco (bello) dei Kamelot, mentre Mephistocrate accentua il lato più teatral-drammatico della band, rivelando un certo amore dei finlandesi per i Royal Hunt e, in distanza, Jon Oliva.
Sentite il bisogno di heavy metal? ecco Afterworld’s Disciple, che è una microcavalcata dal ritornello corale. Volete riposare i colli esausti da anni di headbanging? i Leverage vi servono When We Were Young, che è AOR puro, ovviamente debitore dei Journey.
Ancora riffing heavy in Heaven’s No Place For Us, che ricorda il Malmsteen della seconda metà degli anni ottanta, mentre si torna ad un heavy-rock convenzionale con Hand Of God, forse anello debole dell’album.
Palrando di Malmsteen, Rollerball paga il tributo al nume tutelare Blackmore con un groove dinamico e un’ariosità di grande pregio. Infine, in Troy troverete sublimati tutti i modelli citati in DeterminUs; cinque minuti di eccellente hard & heavy capace di prendervi per mano con soluzioni certo note ma non scontate, assommando tutto quanto del genere può piacere a un appassionato: melodia, assoli, atmosfera, velocità e durezza.
Credetemi. DeterminUs è splendido, un vento di freschezza in un panorama troppo spesso stantio. I Leverage hanno prodotto uno di quei dischi che non escono a caso dalle mani dei loro autori, confermandosi una eccellente band. Non perdeteveli al Frontiers Rock Festival di Trezzo d’Adda: se confermeranno quanto di buono dimostrato in DetermiUs sarà difficile non considerarli tra i migliori della seconda giornata. E speriamo di non dover attendere un altro decennio per ascoltare del nuovo materiale.