Recensione: Diabolical Figures

Di Angelo D'Acunto - 18 Agosto 2009 - 0:00
Diabolical Figures
Band: Graveworm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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77

Diciassette anni di carriera alle spalle e sette album pubblicati con cadenza
biennale. Non male come traguardo raggiunto (per il momento) dai Graveworm,
ormai veterani e portabandiera (sopratutto all’estero) della scena estrema
tricolore. La band altoatesina torna dunque sul mercato ad esattamente due anni
distanza da
Collateral Defect
, fratello minore (e comunque pur sempre valido) di quel
gioiellino denominato
(N)Utopia
,
con Diabolical Figures, album numero sette della discografia edito dalla tedesca
Massacre Records.

Nessuna ulteriore evoluzione in vista, i Graveworm ancora una volta
preferiscono andare sul sicuro con un sound che è ormai diventato un marchio di
fabbrica riconoscibilissimo a miglia di distanza. Possiamo dunque dire che si
sono in qualche modo standardizzati? Può darsi… resta però il fatto che,
ancora una volta, è la qualità molto molto alta delle composizioni ad essere la
vera è propria arma vincente della band capitanata da Stefan Fiori. Brani
estremamente duri e diretti, caratterizzati come sempre da partiture dal netto
sapore death/thrash dove però, questa volta, troviamo una componente melodica
ulteriormente enfatizzata, con il riffing serrato delle chitarre che spesso e
volentieri lascia spazio alle incursioni sinfoniche delle tastiere di Sabine Mair. Quasi inutile soffermarsi sulla produzione curata da
Andy Classen, assoluta garanzia in questo campo e che non delude le aspettative nemmeno in
questa occasione.
Ad aprire le danze ci pensano le accelerazioni da capogiro di Vengeance Is Sworn,
brano caratterizzato dai blast-beat di batteria nella parte iniziale e dagli accompagnamenti
sinistri delle tastiere capaci, in più di un’occasione, di mettere in secondo
piano il comunque ottimo lavoro delle chitarre, lasciando poi spazio ad una
parte centrale condita da brevi accenni di melodia sui refrain. Rallenta invece
di poco la marcia la successiva Circus Of The Damned, mantenendo comunque
altissimo il livello di aggressività, grazie sopratutto all’alternarsi fra
scream e growl del frontman Stefan Fiori, ottimo come sempre a prendere possesso
delle luci dei riflettori e a guidare la corsa dei restanti strumenti. Il lato
più epico della band viene messo in risalto con l’arrivo della title-track e di
Hell’s
Creation
, mentre la sognante Forlorn Hope lascia spazio ad atmosfere più
gothic-oriented che ritroviamo sopratutto nelle parti di tastiera. Le restanti
tracce invece aggiungono poco e nulla, risultando essere comunque coinvolgenti e
convincenti, mettendo in mostra tutta l’esperienza accumulata dalla band in
quasi vent’anni di carriera. Rimane comunque da segnalare l’ormai immancabile
cover, questa volta rappresentata da Message In A Bottle dei Police, ancora una
volta riuscita in pieno e, perché no, anche abbastanza divertente visto il
genere proposto dagli altoatesini.

Solita e assoluta garanzia quindi. I Graveworm riescono ancora una volta a
centrare in pieno il bersaglio, mettendo a frutto tutta l’esperienza accumulata
in un ventennio circa, senza voler stupire a tutti i costi e senza comunque
perdersi per strada. Diabolical Figures è un disco riuscito in
pieno, capace di convincere anche dopo ripetuti giri nel lettore e che,
sopratutto, farà felice chi ha apprezzato le evoluzioni stilistiche post-Engraved
In Black
.

Angelo ‘KK’ D’Acunto

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Tracklist:

01 Vengeance Is Sworn
02 Circus Of The Damned
03 Diabolical Figures
04 Hell’s Creation
05 Forlorn Hope
06 Architects Of Hate
07 New Disorder
08 Message In A Bottle (The Police Cover)
09 Ignorance Of Gods
10 The Reckoning

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