Recensione: Diabolis Interium
Diabolis Interium è il capolavoro assoluto dei Dark Funeral e uno di quei dischi destinati a far la differenza in futuro e ad essere catalogati come fondamentali per l’evoluzione del Black.
Dopo l’ottimo EP Teach The Children To Worship Satan del 2000, che conteneva una nuova canzone, An Apprentice Of Satan (presente anche su Diabolis Interium in una nuova veste) e cover di Slayer, Mayhem, Sodom e King Diamond, i Dark Funeral assediarono ancora una volta gli Abyss Studio e sempre con il fedele Peter Tägtgren registrarono il loro terzo album.
La formazione, ancora una volta modificata dall’ultimo album, vedeva l’ingresso dell’ex batterista dei Defleshed, Matte Modin e del chitarrista Dominion. I nuovi acquisti migliorarono non poco la forza della band (specie l’arrivo di Modin dietro ai tamburi) che poteva contare sulla formazione migliore della sua storia.
Ribadito nuovamente che questo disco è un album clamoroso sotto tutti i punti di vista, mi accingo a descrivere le meraviglie che esso contiene. The Arrival Of Satan’s Empire è semplicemente grandiosa: sicuramente in cima ad un’ipotetica lista delle migliori composizioni firmate Dark Funeral. Non si poteva iniziare in un modo migliore, tutto è perfetto, ogni cosa è al suo posto e non c’è una sola nota che non dovesse esser suonata. Magnifica.
Hail Murder ha il difficilissimo compito di seguire la traccia iniziale ma riesce nell’ardua impresa di non sfigurare: sezione ritmica perfetta, voce più maligna e potente che mai e grandi riff compongono quest’ottimo pezzo.
Goddess Of Sodomy rappresenta una gradevolissima novità nel catalogo dei Dark Funeral: con i suoi ritmi lenti e avvolgenti è forse la canzone più melodica del gruppo e presenta anche un piccolo e gradevole solo nel finale. Dopo una poco rassicurante canzone lenta arriva Diabolis Interium: aperta da un urlo infernale, la titletrack si sviluppa su di una base ritmica pesantissima e in certi momenti cede alla tentazione di rallentare evidenziando la potente doppia cassa.
Ora è il turno della canzone già ascoltata su Teach The Children To Worship Satan: An Apprentice Of Satan è senz’altro uno degli episodi migliori del disco e in sede live si dimostrerà più che efficace. Diverso dalla sua versione originale presente sull’EP, il pezzo è un misto di atmosfere lente e decadenti e ritmi velocissimi in puro stile Dark Funeral, meraviglioso l’outro a sfinire: un altro must per tutti i fan.
Thus I Have Spoken è davvero un gran bel pezzo: introdotto anch’esso dal vocione di Emperor Magus Caligula, poi si velocizza decisamente ritornando agli standard classici del combo svedese ma sa ritornare ad atmosfere più lente quando occorre.
L’apocalittica Armageddon Finally Comes è l’altro capolavoro del disco insieme a The Arrival Of Satan’s Empire. Pezzo magico che rispecchia veramente bene lo stato di grazia di un band al suo massimo: questa è una cosa comune a tutte le canzoni del disco e fa di questo Diabolis Interium il faro per un nuovo corso del Black.
Heart Of Ice parte lentissima con le chitarre che macinano notevoli melodie, ma poi la furia ha il sopravvento e costringe la song a risultare massacrante come il resto dell’album; ma ecco che ad un minuto dalla fine il ritmo rallenta nuovamente e ci porta alla fine del disco.
In conclusione ripeto ancora una volta che il valore di questo disco è enorme come punto di riferimento per il futuro e conferma i Dark Funeral al massimo della forma e ai vertici della scena Black svedese.
Ancora una volta Lord Ahriman ha sfornato un capolavoro, speriamo non sia l’ultimo…
Ivano Dell’Orco
Line-up:
Lord Ahriman – Guitars
Emperor Magus Caligula – Bass/Vocals
Matte Modin – Drums
Dominion – Guitars
Tracklist: 1 – The Arrival Of Satan’s Empire (3:46)
2 – Hail Murder (5:02)
3 – Goddess Of Sodomy (4:10)
4 – Diabolis Interium (4:19)
5 – An Apprentice Of Satan (6:03)
6 – Thus I Have Spoken (4:59)
7 – Armageddon Finally Comes (3:21)
8 – Heart Of Ice (4:34) > Total running time: 36:14