Recensione: Diagonal
Altro esordio targato Rise Above Records che si unisce in qualche modo a quella schiera di band considerate come “nostalgiche”, anche se lontano dagli stilemi stoner/doom che
caratterizzano le produzioni della storica etichetta inglese. Sono i Diagonal,
formazione
proveniente da Brighton che propone un prog rock di matrice settantiana con
richiami al sound di gruppi come Emerson, Lake & Palmer, King Crimson e
Yes,
più una marcata impronta di stampo jazz.
Ben sette sono gli elementi coinvolti nel progetto, tutti polistrumentisti
legati dall’amore per gli anni d’oro del genere in questione che viene espresso
in quarantacinque minuti circa di musica suddivisi in sole cinque tracce, brani
che ci mettono di fronte ad una band tecnicamente validissima e che affronta i
pezzi con una certa dose di personalità. Nonostante ogni traccia si avvicini
mediamente alla durata di dieci minuti, nei quali ritroviamo lunghissime parti
strumentali, risulta essere veramente difficile rilevare un qualsivoglia
appesantimento lungo tutto il tragitto della tracklist, grazie sopratutto a
strutture ritmiche che non eccedono mai di complessità, ma che mirano
principalmente a coinvolgere l’ascoltatore. Niente tecnica fine a se stessa
dunque, sebbene le capacità dei singoli si possano considerare come al
di sopra della media.
Già l’iniziale Semi Permeable Men-Brain sembra essere a tutti gli
effetti il risultato di un jam-session, con tutti gli strumenti inizialmente
amalgamati in un tutt’uno, i quali, successivamente, si mettono in risalto uno
per volta con parti solistiche non troppo intricate, ma che conservano nelle
loro strutture una buona dose di componente melodica facile da assimilare
nell’immediato. La seconda Child Of The Thundercloud ci mette in
mostra, nei minuti iniziali, il lato romantico dei Diagonal
che fuoriesce dai delicati suoni di pianoforte capaci ricreare un tappeto sonoro
raffinato, per poi lasciare spazio a sfuriate più coinvolgenti ed immediate.
Sulla stessa linea anche Deathwatch, dove in questo caso a farla
da padrona ci sono le incursioni elettriche delle chitarre poste a fine brano.
Ben strutturate anche le parti di sax dal sapore nettamente jazz che
caratterizzano la successiva Cannon Misfire, traccia sicuramente
più breve ed immediata rispetto alle precedenti, che anticipa la chiusura
affidata alla lunghissima Pact, suite di quattordici minuti circa
che ritorna sui sentieri già calcati dall’opener del disco, spingendosi
nettamente verso lidi più psichedelici.
Ennesimo colpo messo a segno dalla Rise Above, dunque? Decisamente sì.
I Diagonal dimostrano di aver bene assimilato le lezioni dei grandi
maestri, consegnandoci un prodotto confezionato con la classe e l’esperienza dei
veterani, ma che rimane comunque anche molto derivativo. Più che buono come
esordio in ogni caso, adesso vedremo se, per il prossimo futuro, riusciranno a
stupirci ulteriormente, magari con un lavoro capace di scrollarsi di dosso
qualche paragone di troppo con le band più blasonate.
Angelo ‘KK’ D’Acunto
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Tracklist:
01 Semi Permeable Men-Brain
02 Child Of The Thundercloud
03 Deathwatch
04 Cannon Misfire
05 Pact
Line Up:
David Wileman: electric & acoustic guitars, percussion, synth, vocals
Nicholas Whittaker: alto saxophone, clarinet, flute, recorder, synth, percussion,
vocals
Alex Crispin: electric & acoustic pianos, organ, lead vocals, synths, percussion
Daniel Pomlett: electric bass, electric & acoustic guitars, percussion, vocals
Nicholas Richards: electric & acoustic guitars, ebow, synths, percussion, vocals
Ross Hossack: synths, tapes, filters, percussion, vocals
Luke Foster: drums, synths, string arrangements, vocals