Recensione: Diamond Dealer
A distanza di poco più di un anno, torna a farsi ascoltare su di un album solista la voce del grande Steve Overland, tra gli interpreti migliori conosciuti dalla scena AOR in senso assoluto.
Frontman dei celebrati FM e collaboratore indefesso in una serie infinita di progetti estemporanei, il singer inglese trova nel frattempo anche le risorse per proseguire una carriera in solitaria che, prima del precedente “Break Away” edito nel 2008, non era mai apparsa concretamente nelle intenzioni.
Il nuovo arrivato “Diamond Dealer” è, come da copione, un disco colmo di tutti gli ingredienti basilari per il genere melodico, addizionati della straordinaria voce di Overland e di un songwriting che in alcune parti, si rivela sensibilmente superiore e più convincente in termini qualitativi e di sostanza rispetto all’episodio precedente.
Per questo secondo capitolo, il boss della Escape Records, Khalil Turk, ha saputo ancora una volta fornire una schiera di validi musicisti di supporto, offrendo i servigi dell’ottimo chitarrista novegese Tor Talle (On The Rise, Northern Light) e dei navigatissimi ed ormai onnipresenti Martin Kronlund, Imre Daun, Egil Overdal ed Henrik Thomsen – già visti negli ultimi mesi in un numero davvero consistente di nuove uscite – a costituire una line up di grande affidabilità, forse meno rinomata della all star band presente su “Break Away”, ma senz’altro indicata per rendere al meglio quanto proposto dai brani.
Il risultato è un platter omogeneo e godibile, in cui sono classe ed eleganza le doti principali ad emergere, insieme all’inestimabile bravura di Overland, generoso maestro di uno stile vocale unico, che per numerose caratteristiche e sfumature può essere accostato a quello del più noto ed ugualmente talentuoso Michael Bolton.
Brani scorrevoli e di piacevolissima fattura, si susseguono lungo l’intero arco della tracklist, ponendo in evidenza passaggi mai troppo incalzanti o accesi, in cui sono le melodie e le soluzioni di grande buon gusto a spadroneggiare sopra tutto.
L’iniziale “Train, Train” ha il merito di introdurre senza indugi nel “mood” raffinato del disco, ponendo in rilievo una ricerca compositiva che privilegia atmosfere avvolgenti e per lo più rilassate, riprese nelle successive ed altrettanto riuscite “Where Is The Love”, “Brave New World” e nella bellissima “City Of Dreams”, brano dall’inconfondibile approccio AOR che conquista per le piacevoli armonie vocali e l’incedere morbidamente elegante.
Da rimarcare poi, l’ottimo ritornello della solare “I’m Still Breathing” e le ambientazioni notturne di “Hearts Don’t Lie” e “Coming Home”, bilanciate dal brio ammiccante delle frizzanti “After The Storm” e “Bring Me Water”, tasselli conclusivi di un album che conferma lo status superiore di un interprete come Steve Overland e sorpassa, nella sostanza complessiva, il precedente “Break Away” di parecchi punti.
Come facilmente intuibile, “Diamond Dealer” è un disco dedicato ad un pubblico non alla ricerca spasmodica di suoni ruggenti ed aggressivi, quanto piuttosto, di soluzioni dotate di caratteristiche “adulte” ed orientate su lidi decisamente più melodici e rilassati, che potrà piacere anche ad un buona fetta di ascoltatori non propriamente addentro alle questioni rock.
Un ulteriore certificazione di maestria insomma, per un singer eccellente e mai abbastanza riconosciuto, ora atteso al banco di prova più difficile, quello del ritorno in scena – previsto a breve – dei grandi e seminali FM.
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Tracklist:
01. Train, Train
02. You Lift me up
03. Where is The Love
04. Brave New World
05. Roll Back The Years
06. City Of Dreams
07. I ‘m Still Breathing
08. Rise
09. Hearts Dont Lie
10. After the Storm
11. Bring Me Water
12. Coming Home
Line Up:
Steve Overland – Voce
Tor Talle – Chitarre / Tastiere
Martin Kronlund – Chitarra
Henrik Thomsen – Basso
Imre Daun – Batteria
Egil Orvedal – Tastiere / Piano