Recensione: Diamonds
Se non sapessi che si tratta di un lavoro uscito nel 2010, direi che Diamonds degli svedesi Enforcer è un disco pubblicato attorno all’anno di grazia 1980. Chitarre ruggenti, assoli al fulmicotone e tanto, tanto heavy metal, di quello che pesca a piene mani dalla NWOBHM, Diamond Head in testa, anche se, a livello di sound c’è in effetti più di un punto di contatto con band come gli Agent Steel, ma le radici restano ancorate radicalmente nella scuola britannica.
Nati come gruppo nel 2004, questi cinque nordici hanno sin da subito deciso di dedicarsi a sonorità classiche che più classiche non si può, con un amore viscerale e ben esplicitato per il corso inglese della musica dura. Infatti, a due anni di distanza dal loro debutto Into The Night pubblicato sotto etichetta Heavy Artillery, tornano con un diamante grezzo e luccicante di metallo tonante, non a caso intitolato Diamonds. Forte di un crescente rispetto nell’underground, la band non ha faticato a trovare casa nella lungimirante Earache Records (anche se rimane sotto Heavy Artillery per ciò che concerne il mercato americano), la quale da un po’ di tempo a questa parte ha cominciato a far propri gruppi che guardano sempre più alla vecchia scuola heavy/thrash (White Wizzard, Annihilator, Gama Bomb e gli stessi Enforcer, appunto) vedendo che il vento sta ricominciando a tirare in quella direzione.
Entrando nel merito delle canzoni di Diamonds, in esse si possono ritrovare esattamente gli elementi che hanno reso grande l’HM d’oltremanica: riff semplici ma graffianti, grandi melodie, voce acuta, batteria e basso martellanti e canzoni che spaziano tra mid-tempo ed up-tempo dal retrogusto speed. Magistrale la strumentale titletrack e la splendida Katana, dedicata chiaramente alla terra del sol levante, così come piace molto anche lo speed/thrash di Live For The Night. Senza fare un noioso track-by-track, vi basti sapere che se volete un’iniezione di adrenalina ottantiana con un sound rigorosamente passatista, allora avete scelto la band giusta.
Eppure non sono solo rose e fiori. Mi spiego meglio: è fantastico vedere che, dopo il periodo di oscuramento conosciuto negli anni ’90 e nella prima metà del decennio in corso, stiano finalmente tornando in auge sonorità squisitamente appartenenti al passato, ma comunque va tenuto in considerazione il fatto che band come gli Enforcer non inventano nulla di nuovo, andando semplicemente a ripercorrere strade già ampiamente battute in precedenza. Certo, gli svedesi non hanno nemmeno la pretesa di proporre qualcosa di totalmente inedito, ma è corretto contestualizzare il ramo d’appartenenza di questa band, ed è altrettanto chiaro che il loro intento non è quello di sovvertire le sorti dell’heavy metal, visto il loro look sufficientemente datato ed a metà tra il thrash ed il glam (quanti avrebbero urlato allo scandalo negli anni ’80 per una cosa del genere!).
Meritevole di qualche parola anche la produzione, sempre agganciata agli stilemi classici con chitarre che appartengono in modo molto esplicito alla scuola hard rock e suoni ricchi di frequenze alte, a detrimento dei bassi.
Alla fine dei conti, Diamonds non è per nulla un brutto album, grazie ad un’energia ed una freschezza compositiva che si riscontrano sin dai primi secondi d’apertura del primo brano. L’unico difetto palese (che per alcuni difetto non è per nulla), è quello di essere troppo poco attuale ed eccessivamente rivolto al passato, come se negli ultimi trent’anni non fosse stato fatto null’altro di buono in campo HM.
Andrea “Thy Destroyer” Rodella
Discutine sul forum relativo
Tracklist:
1. Midnight Vice (3:16)
2. Roll The Dice (3:13)
3. Katana (6:01)
4. Running In Menace (3:46)
5. High Roller (3:22)
6. Diamonds (3:33)
7. Live For The Night (2:37)
8. Nightmares (4:33)
9. Walk With Me (5:59)
10. Take Me To Hell (3:13)
Durata:
39:33 min.
Line up:
Olof “Enforcer” Wikstrand – Vocals
Adam Zaars – Guitar
Joseph Tholl – Guitar
Tobias Lindqvist – Bass
Jonas Wikstrand – Drums
