Recensione: Different Stages
Diciamolo subito senza starci a girare troppo intorno: Different Stages è un live album assolutamente monumentale, il riassunto di una carriera incredibile.
Diviso in tre CD, i primi due racchiudono la storia relativamente recente della band (salvo qualche eccezione), il terzo è la registrazione di un concerto tenutosi all’Hammersmith Odeon di Londra nel lontano 1978 dove possiamo trovare la versione integrale live di brani come “Cygnus X-1”, “A Farewell to Kings”, “Cinderella Man” ecc..(insomma una vera chicca per gli amanti della band canadese).
La prima cosa che balza all’orecchio dell’ascoltatore è il suono che si differenzia da tutti gli altri live della band in quanto a ruvidità e pesantezza. Chi si aspettava una produzione pulita come quella utilizzata in “A Show of Hands” e “Exit Stage Left” verrà disilluso dal massiccio suono di questo disco. Per farsi un’idea, basterebbe ascoltare la versione quì presente della clamorosa “Natural Science” (impressionate la potenza sprigionata nella parte in cui il basso e la chitarra eseguono all’unisono l’ormai celebre riff portante della canzone) o l’esecuzione del super-classico “Tom Sawyer”.
La prestazione dei singoli ai propri rispettivi strumenti è come sempre sinonimo di tecnica e ispirazione. Da notare un assolo di batteria da 8 (!!!) minuti da parte dell’immenso Peart che ci mostra tutta la sua tecnica e la sua impressionante fantasia che, non a caso, gli hanno portato il famoso appellativo “The Professor”.
Ritengo che fare il track by track del disco in questione sia superfluo e irrilevante trattandosi di un susseguirsi ininterrotto di classici più e meno recenti di quella che è indubbiamente una delle band più influenti della storia del rock. Si passa dalle bordate di “Test For Echo”, “Stick It Out” e “Driven” a momenti emozionanti come “Nobody’s Hero” o la stupenda interpretazione di “Bravado” con un Lifeson che sfoggia un assolo magistrale. C’è spazio per i grandi classici della band, l’immancabile “the Spirit Of radio”, “Limelight”, la versione integrale della seminale “2112”, “The Trees”, “Yyz” e la più bella interpretazione in assoluto dell’ Hit “Closer To The Heart”, con Geddy Lee e soci che ci deliziano con una parte strumentale assolutamente esaltante e travolgente.
Concludo questa recensione consigliando questo disco a tutti e citando un mio carissimo amico che mi disse: “…un live dei Rush alla fine lascia sempre insoddisfatti perchè mancherà sempre qualche grandissima canzone, a meno che non facciano uscire praticamente tutta la loro discografia live”.
A buon intenditor…
Tracklist:
Disc 1
- Dreamline (5:34)
- Limelight (4:36)
- Driven (5:16)
- Bravado (6:23)
- Animate (6:28)
- Show don’t tell (5:29)
- The trees (5:28)
- Nobody’s hero (5:00)
- Closer to the heart (5:13)
- 2112
- Overture (4:32)
- The Temples of Syrinx (2:20)
- Discovery (4:17)
- Presentation (3:40)
- Oracle: the dream (1:49)
- Soliloquy (2:07)
- Grand Finale (2:37)
Disc 2:
- Test for echo (6:15)
- Analog kid (5:14)
- Freewill (5:36)
- Roll the bones (5:58)
- Stick it out (4:42)
- Resist (4:27)
- Leave that thing alone (4:46)
- The rhythm method 1997 (8:19)
- Natural science (8:06)
- Force ten (4:47)
- The spirit of radio (5:18)
- Tom Sawyer (5:25)
Disc 3:
- Bastille Day (5:00)
- By-Tor and the snow dog (5:05)
- Xanadu (12:17)
- Farewell to kings (6:07)
- Something for nothing (4:01)
- Cygnus X-1 (10:23)
- Anthem (4:39)
- Working man (4:07)
- Fly by night (2:04)
- In the mood (3:34)
- Cinderella man (5:09)