Recensione: Different Worlds

Di Fabio Vellata - 12 Maggio 2022 - 8:00
Different Worlds
Band: Skills
Etichetta:
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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78

Fioriscono come primule a primavera i nuovi side project di casa Frontiers.
Gli esiti sono molteplici: a volte qualcosa di interessante e nella media. In altri casi, decisamente trascurabili.
Non di rado, dotati di una buona dose di fascino e con qualche accento di classe superiore.
Che siano nomi di rilievo o meno, può essere determinante sino ad un certo punto. Usando come metafora la realtà sportiva, la pratica insegna che non sempre basta allineare grandi campioni come figurine per pensare di far man bassa di vittorie e trofei.
Scorrendo quindi la line-up degli Skills, progetto melodic rock come sempre ideato da Serafino Perugino, grande amante dei suoni anni ottanta, è facile farsi prendere dall’entusiasmo.
Un raffinato chitarrista come Brad Gillis dei Night Ranger, assieme ad uno dei bassisti più celebrati del pianeta, Billy Sheehan, uniti a quel David Huff che ha scritto pagine indimenticabili del melodic rock assieme ai Giant.
Su tutto, la voce di Renan Zonta, con Ronnie Romero e Dino Jelusick, uno dei giovani frontman più efficaci dell’ultimo triennio.

Arsenale notevole. Aspettative di livello. E risultati quanto meno interessanti.
Un songwriting focalizzato sulla melodia anni ottanta è disposto attorno ad un mix tra tutte quelle che sono state le esperienze dei tre eccellenti musicisti, offrendosi poi alle corde vocali di Zonta per un’adeguata interpretazione.
Nasce così un buon disco, che s’ispira e mescola un po’ di Mr.Big, Night Ranger e Giant. Soprattutto, emergono una serie di canzoni che hanno come bene primario e più evidente la qualità delle esecuzioni, oltre ad una struttura che consente loro di non perdersi troppo in artifici superflui ed astrusi.
Un binomio che svela risvolti piacevoli, aiutato anche da una definizione dei suoni che consente di apprezzare appieno tutti i colori e le sfumature dei singoli strumenti,.
Il basso di Sheehan e la chitarra di Gillis assumono contorni netti e molto ben udibili. Il drumming di Huff indica personalità. I musicisti insomma, per una volta non si limitano al ruolo di mero contorno ma caratterizzano i brani fornendo una prova tangibile della loro presenza.
Blame it on the Night”, frammento che pare fuggito da un disco dei Mr. Big, denota una prova maiuscola proprio del già citato Billy Sheehan. “Different World”, morbida ed avvolgente, lascia invece trasparire con nitidezza il grande lavoro di Gillis.
Omaggio nemmeno tanto nascosto ai Night Ranger, “Show me the Way” mostra poi la versatilità di Zonta che su di un tappeto musicale orchestrato splendidamente, assume le tonalità vocali di Eric Martin dei Mr. Big. Un gran bell’ìbrido che nei riverberi ancora una volta vicini all’AOR di “Just When I Needed You” mette a segno un brano fascinoso ed elegante. Ma più di ogni altra cosa, molto ben suonato.
Il melodic rock solare dei Giant strappa infine un sorriso tra le note di “Need to Fall“: mancavano solo loro.
C’è un po’ di tutto, insomma. Una buona varietà di atmosfere, qualche bella canzone, torrenti di melodia ed il lavoro di quattro artisti di altissimo livello, capaci di determinare con la loro personalità ogni passaggio del disco.

Che si tratti di un progetto estemporaneo poco duraturo, di un capriccio dei vertici Frontiers, di una realtà assemblata a tavolino non importa più di tanto. “Different World”, debutto degli Skills – nome evocativo che con evidenza vuol far riferimento alle grandi abilità degli artisti coinvolti – si rivela a conti fatti un album per lo più divertente e scorrevole, con alcune buone idee e, soprattutto, impreziosito da un lavoro strumentale di grande spessore.
Diciamola tutta: i colpi di tuono profusi dal basso di Sheehan o gli arzigogoli cinguettanti della chitarra di Gillis, a nostro parere, valgono da soli tutto il prezzo del “biglietto”.

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