Recensione: Digital Dementia
Ci sono album per i quali, più che scrivere una recensione, sarebbe meglio produrre una più comoda scheda riassuntiva: nome band, provenienza, tracklist, cosa suona, influenze, contaminazioni e, naturalmente, valutazione finale, che sia un voto od un giudizio.
Dati schematici, di breve e facile lettura, che invoglino l’utente all’ascolto senza fargli perdere troppo tempo, anche considerando che, oggi, “basta un click” per fruire pressoché di ogni prodotto musicale.
Questo non perché siano pessimi o mediocri, anzi … la maggior parte di loro sono Album con la “A” maiuscola, prodotti da band che conoscono la materia e sanno come esporla, solo che … grosso modo, sono tutti praticamente uguali!
Troppe, troppe uscite, un’eventuale novità si disperde sotto una montagna di band simili, tra l’altro, almeno per quel che riguarda il Thrash Metal, legate ancora con tenacia alla Vecchia Scuola.
‘Digital Dementia’, secondo EP degli inglesi Chemical Storm, disponibile dal 23 luglio 2024, potrebbe essere uno di questi.
La band, proveniente dal Kent e con all’attivo un precedente mini album, ‘Doomed From Day One’ del 2018, suona un validissimo Thrash Metal, ben suonato e ben composto, tanto aggressivo e violento quanto tecnico e dinamico, ma parecchio anonimo.
La voce ha una qual certa personalità ed è incazzata nera, ma è parecchio in modalità Tom Araya style, le ritmiche sono precise e taglienti, come quelle degli Exodus e ci sono un sacco di assalti dei quali gli Slayer sono maestri (o sono stati? Bah, vedremo), più qualsiasi altra influenza ci vogliate sentire, con solo qualche tirata un po’ più nera qua e là, materializzata da brevi inserti di terremotanti blast beat o di sinistri tremoli di chitarra tirati giù a cascata, ma giusto qualche punta.
A parte questo, ‘Digital Dementia’ è composto da quattro canzoni che meritano di essere ascoltate, incisive e deflagranti, in particolare ‘God Forbid’ e ‘Blunt Force Drama’, non troppo lunghe ma neanche minimali, composte da una struttura complessa ma non prolissa, dotate della giusta foga e collera per mettere attenzione su un argomento sempre più sentito, intenso quasi quanto la paura della possibile catastrofe nucleare degli anni ’80 o dell’ansia del disastro biologico degli anni ’90: la dipendenza dalla tecnologia portatile (che probabilmente è quella che più si usa oggi per ascoltare musica, ma non polemizziamo).
Anche produzione ed arrangiamenti sono di buona qualità. Insomma i Chemical Storm hanno tutti i numeri per poter dire la loro. Devono solo schiodarsi un po’ da quello che ha già detto qualcun altro tanto tempo fa e rischiare qualcosa per uscire dalla massa. Nel frattempo noi continuiamo a seguirli, i presupposti ci sono tutti.