Recensione: Digital/Primordial
Extreme deformed metal.
Così definiscono il proprio stile i marchigiani OsseltioN che, con il neonato “Digital/Primordial”, raggiungono il traguardo del secondo full-length in carriera.
L’ambito è ovviamente quello del metal estremo, ma con una spiccata propensione ad abbracciare più generi: thrash, death e, ultimo ma non ultimo, elettronica. Con che, a ben vedere, non è così strampalato immettere i Nostri nel calderone del cyber death metal.
Del resto, gli stilemi che contraddistinguono questa tipologia spuria di death metal ci sono tutti: anzitutto, l’immane muraglione di suono eretto dall’infaticabile chitarra di Ulag, feroce cucitrice d’innumerevoli riff quadrati, regolari, convulsamente meccanici. Il basso metallico, cordoso, elettrico di Grak, poi. Il drumming non-antropomorfo di Ruglud, produttore di pattern cibernetici, anche. Ovviamente, il growling gutturale, animalesco e stentoreo dello stesso Ulag, che dà una buona spinta al sound in direzione death metal. Il tutto, rifinito dal synth del ridetto Ulag, apparentemente avulso dal contesto generale. Come se seguisse una strada a sé state. Invece, al contrario, esso rappresenta, proprio, il trait d’union fra l’era primordiale e quella digitale, così come suggerisce il titolo del platter.
Un’apparente antitesi, insomma, la cui consistenza si dipana come nebbia al sole non appena la mente porta a compimento il collegamento neurale con “Digital/Primordial”. Allora, diventa davvero piacevole far roteare i pensieri attorno al nucleo d’attacco della cronometrica, perfetta, devastante ‘Primordial’. Oppure, lasciare che la coscienza vaghi fra le rovine della guerra post-nucleare di ‘Steel Carnage’ o, anche, partecipi allo sfascio al blast-beats dell’opener-track ‘Digital Silence’. Prima della trasformazione della carne in metallo, che avviene nell’ipnotica, lisergica, anestetica ‘Metalmorphosis’. Peraltro song, trascinante, in cui fa capolino un po’ di melodia, generalmente assente negli altri brani che compongono il disco.
A proposito di blast-beats, la formazione di Monte San Giusto sembra trovarsi più a suo agio quando i BPM salgono in maniera iperbolica sino a raggiungere le velocità massime che un essere umano riesca a tenere. Come accade, per esempio, in taluni dei segmenti che compongono la strutturata ‘Fragments of Time’, seviziata dalle frustate elettriche del sintetizzatore.
In “Digital/Primordial” ci sono parecchie buone idee. Gli OsseltioN lo sanno, poiché il loro stile può definirsi davvero unico, come loro stessi affermano (extreme deformed metal). Occorre, per compiere lo step decisivo verso i più alti livelli tecnico/artistici, una maggiore intrusione delle parti elettroniche e, soprattutto, più potenza nel sound. Il resto, come si è potuto leggere, c’è tutto.
Forza!
Daniele D’Adamo