Recensione: Dirty Fuckin’ Loud

Di Alessandro Zaccarini - 8 Novembre 2006 - 0:00
Dirty Fuckin’ Loud
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Genere:
Anno: 2006
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65

Esordio sulla lunga distanza per i Dogs’n’Bones, band già impegnata da qualche anno a far la gavetta in giro per il nord Italia con il nome di G@ttitude e successivamente uscita dall’anonimato grazie al mini ‘Rock Target’ e il contratto con la My Graveyard.

Nonostante il pacchetto grafico si presenti lasciando immaginare l’ennesimo prodotto della scena alternative-rock, i Dogs’n’Bones hanno fortunatamente in serbo altro: rock da strada, con il tipico rapporto di amore e odio per tutto ciò che musicalmente lo circonda. Qualche volta la band bresciana mette in gioco una piccola componente heavy, attingendo dal panorama ritmico e armonico del metal classico (come in alcuni momenti vagamente alla Powerslave di Ka Boom) ma è senza dubbio verso il lato alternativo che la loro musica si lascia trasportare più volentieri. Diversi passaggi sparsi per tutta la durata del disco lasciano intendere quanto questa band  non sia poi così musicalmente lontana da ambienti alternative/punk, confini che in I Hate You vengono oltrepassati del tutto dando vita a tutti gli effetti a un brano punk-rock. Le cose migliori risultano però essere quei frangenti dove a dettare legge sono i puri dettami dello street, ovvero brani alla Dogs’n’Bones e Never Seen Before, dove l’ugola di Seven recupera un incedere anacronistico, aiutata da riff che giocano su schemi e ritmiche anni ’80. Sono i tipici brani che una volta uscivano dalla scena scandinava e californiana ma che, a quanto pare, da qualche tempo sono diventati fortunatamente anche patrimonio dello stivale.

Per tutti e trentacinque i minuti di questo prodotto i Dogs’n’Bones non inventano niente e sinceramente nemmeno mettono in mostra un marchio di fabbrica così forte da poter lasciare già da adesso un’impronta ben visibile nel panorama italiano. Si limitano a suonare brani senza pretese, talvolta incisivi, altre volte meno convincenti, ma quasi sempre sopra la soglia della sufficienza. “Trentacinque minuti mai originali” potrebbe suonare come una bocciatura, e se cercate innovazione o personalità da vendere sicuramente dovete leggere l’analisi in questa direzione. Se invece siete disposti a mettere da parte tutte le ingenuità tipiche delle giovani formazioni alle prese con un disco da finire e un’identità da cercare e trovare, Dirty Fuckin Loud può diventare davvero un dischetto piacevole.

Anche se il potenziale della band non lascia francamente presagire una carriera tra fuochi artificiali e champagne, bisogna dare atto al quartetto italiano di essere quantomeno pratito discretamente e soprattutto di non aver dimenticato le regole fondamentali di questa musica: suonare e divertirsi. Coi tempi che corrono non è poco: tutto il resto è secondario.

Tracklist:
1. Hard To Say No
2. Give Me A Reason
3. Ka Boom
4. I Hate You
5. Never Seen Before
6. Dogs N’Bones
7. All We Need
8. Smell Of Death
9. God Of Rock

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini

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