Recensione: Discouraged Ones
Un disco semplice e rilassante questo “Discouraged Ones” firmato Katatonia.
Ecco una prova di come spesso non sia necessaria una straordinaria padronanza
tecnica dello strumento per trasmettere delle emozioni.
Melodie decadenti e meste costituiscono il percorso principale seguito da questo
album: undici brani che si susseguono uno dopo l’altro secondo un filo logico
e non solo, anche strumentale. I diversi pezzi risultano infatti molto simili
l’uno all’altro soprattutto per quanto riguarda le chitarre di Norrman e Nystrom
che effettivamente non sembrano dimostrare una grande fantasia nella composizione
complessiva. Da apprezzare, a mio parere, la posizione all’interno della line-up
di Jonas Renkse: il tranquillo e pensieroso ragazzo svedese ha contribuito alla
realizzazione di questo disco registrando alcune parti di chitarra, l’intera sezione
di batteria e, infine,
la voce, accompagnato in alcuni punti da un ospite d’eccezione quale Micke Akerfeldt
(singer dei grandi Opeth).
Come i precedenti , anche questo è un album molto triste. In questo
caso l’intero sforzo creativo ruota attorno al concetto di “discourage”:
il gruppo non a caso mette la definizione di questo termine all’interno delle
stesse pagine che raccolgono le lyrics tristi e funebri di questo album. Esempi
chiari e simbolici dell’intero lavoro sono “Deadhouse”, “Gone”
e “Saw You Drown”quest’ultimo a mio parere uno dei pezzi più
belli e malinconici registrati da questo gruppo svedese.
Se non conoscete il gruppo non aspettatevi nè virtuosismi nè
cose dell’altro mondo, i Katatonia sono ben altro. “Discouraged Ones”
è un album per chi vuole fermarsi a pensare, per chi vuole sdraiarsi
e rilassarsi con un pò di buona musica, tutt’altro che complicata ma
buona. L’evoluzione subita da questo gruppo, nato dal doom genuino di qualche
anno fa, lo ha portato ad un sound prevalentemente rock con le ovvie e conseguenti
sfumature decadenti e pessimistiche cui ormai è fin troppo attaccato.
