Recensione: Discovery Of Obskuria

Di Riccardo Angelini - 11 Maggio 2008 - 0:00
Discovery Of Obskuria
Band: Obskuria
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2007
Nazione:
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75

Allucinato, allucinante. Sfuggono gli aggettivi nel descrivere i contenuti di questo assurdo progetto, nato per caso dall’incontro di un pugno di menti malate al Trip In Time Festival di Mannheim nel 2006. “Discovery Of Obskuria” è infatti il risultato di un’imprevista jam-session fra il chitarrista statunitense Tom Brehm (Dragonwyck), il trio peruviano La Ira De Dios e il tastierista tedesco Rinnie Wimbach-Sartor (Karmic Society). Con il supporto di un paio di ulteriori elementi e quattro giorni di improvvisazione, qualcosa ha preso forma.

Qualcosa: “Discovery Of Obskuria” è in sostanza un trip acido di quasi ottanta minuti che si dimentica di qualsivoglia etichetta per barcollare in stato di semi-incoscienza dalla psichedelia al punk, dal blues al progressive, dall’alternative al krautrock. Il concept – sì, c’è un concept alla base di tutto questo – è una visionaria interpretazione della prossima fine del mondo, fissata nell’agenda della band per il 21 dicembre del 2012 (ci siamo quasi, dai…). I contenuti – sì, ci sono anche dei contenuti – sono offerti da un’ora abbondante di composizioni originali e da quattro cover che sono tutte un programma, tre delle quali piazzate nelle prime quattro posizioni della tracklist.
Esaminiamole per prime: si parte con la rivisitazione di “I Am My Own God” degli americani Dayglow Abortions, la cui base punk è snaturata in chiave prog (!) con uno scoppiettante Hammond ad accompagnare le urla sguaiate del chitarrista Miguel Angel. Segue a ruota un’irriconoscibile “For Whom The Bell Tolls” che vede l’originale dei Metallica violentato alternativamente da krautrock, doom sabbathiano e space rock, mentre a malapena un Miguel Angel fatto come un copertone si ricorda di cantare le linee vocali. Un paio di passi avanti e troviamo una “Come Together” sotto sedativi che condensa in poco più di due minuti l’equivalente di mezzo chilo di diazepamine (stavolta a malapena il coro si ricorda di sussurrare l’inconfondibile ritornello). Generoso balzo in avanti per suonare la sveglia un attimo prima della conclusione con il punk di “Die Die My Darling” nuovamente nobilitato da Hammond e arrangiamento progressive: roba da matti. E il resto?

Beh, il resto è altrettanto fuori di melone, se non peggio. Il lavoro della band si traduce in brani di durata prossima agli otto primi, quando va bene, per arrivare ai dodici della title track e ai diciannove di “Essence Of Its Own”, quando il trip si fa più profondo. La voce è quasi sempre bandita in favore dello strapotere strumentale, con basso, chitarre, batteria e Hammond che giocano, si rincorrono, cadono, piangono, ridono, si addormentano e si risvegliano urlando senza un apparente nesso logico. Descrivere la caleidoscopica esplosione sonora di stili o citare qualche band di riferimento sarebbe inutile piuttosto che dannoso: Pink Floyd, Amon Düül, Gong, Hawkwind, Magma, Zappa, King Crimson… in qualche misura tutti giocano una parte, in qualche misura sono tutti fuori dai giochi.

E allora? E allora un bel nulla. Il problema di questo disco è il suo stramaledetto, irresistibile e inspiegabile fascino – il fascino dell’assurdo forse. Non c’è dubbio che “Discovery Of Obskuria” sia veramente un trip acido in musica, e una volta che sarete partiti non ci sarà più verso di fermarvi. Qualcuno proverà a fuggire inorridito dopo le prime note, qualcuno collasserà privo di sensi a metà del viaggio, qualcuno arriverà fino in fondo mezzo inebetito chiedendosi che diavolo è successo. Di certo nessuno rimarrà indifferente. Quindi fatemi il favore di non leggere nemmeno il voto finale – son due numeri a caso messi lì giusto perché non se ne può fare a meno – e di dare un ascolto a questa roba. Non so come ne uscirete, ma vi assicuro che esperienze musicali del genere non si presentano tutti i giorni.

Riccardo Angelini

Tracklist
1. I Am My Own God (Dayglow Abortions cover, 3:28)
2. For Whom The Bell Tolls (Metallica cover, 7:54)
3. I See (7:54)
4. Come Together (The Beatles cover, 2:12)
5. Breakfast Suite (7:54)
6. Forbidden Look (5:58)
7. Essence Of Its Own (18:49)
8. Turn Your Face (6:25)
9. Discovery Of Obskuria (12:08)
10. Die Die My Darling (The Misfits cover, 4:22)
11. The World Is Gone (2:29)

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