Recensione: Disfigured Narcissus

Di Alberto Fittarelli - 8 Novembre 2007 - 0:00
Disfigured Narcissus
Band: Gutworm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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77

La Gran Bretagna sta vivendo il suo momento di rinascita artistica, dopo
diversi anni di flessione praticamente totale, coincisi con lo spegnersi della
spinta nel movimento gothic/doom originario (quello, per intenderci, della
triade Paradise Lost/Anathema/My Dying Bride); oggi sono però altri generi, e
non esattamente originali ed innovativi, a farsi largo nelle terre d’Albione.
Innegabile infatti è la ripresa di certi stilemi thrash, sulla cui spontaneità
ci si potrebbe interrogare, come nei casi di Municipal Waste e degli
scadenti (tristemente) SSS, ma l’ondata di dischi non si ferma qui: e i Gutworm
sono qui a dimostrarlo.

La band inglese è autrice infatti di un death/core particolare, figlio sia
dei Napalm Death che dell’ondata di metalcore americano, con una particolare
enfasi però per l’attitudine e le caratteristiche tipiche del grindcore. Niente
di particolarmente nuovo, ci mancherebbe, ma la potenza espressa in Disfigured
Narcissus
non va sottovalutata, anzi: a dispetto di una tecnica che non
si eleva mai oltre i livelli di guardia e di strutture decisamente semplici, i Gutworm
propongono pezzi strutturati in modo molto semplice e diretto, sostanzialmente
grindcore, ma inserendovi patterns e riff tipici del death metal europeo. Il
risultato è omogeneo e decisamente convincente, con alcuni brani da segnalare
in particolare: Omniscient Dreams per esempio mette in luce la faccia
più intricata della loro musica senza rinunciare a impatto stile crash test e
ad una velocità perfettamente brutale; ed è solo un esempio preso una una
tracklist abbastanza ricca.

“Veloce” e “brutale” sono però aggettivi che sarete
ormai abituati a leggere nelle recensioni estreme, tanto ormai i limiti sono
diventati relativi e facili da superare; perché quindi dovreste valutare
l’acquisto del secondo disco dei Gutworm? In effetti è difficile da
spiegare. Per farlo bisogna citare l’inevitabile ed abusato termine
“attitudine”, tipico più del settore punk/hardcore che di quello
metal, ma che riempie questo discreto disco in ogni singolo riff, dandogli
quella marcia in più di cui ha bisogno; e va ponderata la spontaneità e la
freschezza di ciascuno dei 10 brani (intro ed outro incluse) di Disfigured
Narcissus
, un disco che non cambia le carte sul tavolo del metal estremo
di oggi ma che sa rendersene interprete senza troppe pretese, semplicemente con
un pugno in faccia dato in modo da risultare in qualche, dannato modo
sicuramente diverso da quelli che avrete subito con altri dischi.

Un plauso quindi alla freschezza di un album divertente, poco pretenzioso ma
non per questo pover di idee: lo dimostrano gli stop’n’go ricercati, i suoni
quasi meshugghiani delle chitarre, una voce che a volte raggiunge il più
isterico Devin Townsend nella prestazione data su City
degli SYL (ma i paragoni con la band canadese si fermano qui), i
tentativi armonici di pezzi come Imperfect Harmony (lo dice già il
titolo); tutti elementi di un puzzle da scoprire con attenzione, e da non
trascurare assolutamente.

Giovani, fantasiosi e classicamente estremi: l’uovo di Colombo fatto musica,
imperfetto ma assolutamente godibile.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Intro (Silence)
2. My First Loving Enemy
3. Disfigured Narcissus
4. Omniscient Dreams
5. Imperfect Harmony
6. Fires That Burn
7. Sentiment
8. Unholy Tryst
9. Scrape the Blood [mp3 su
MySpace]
10. Outro (Deafening)

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