Recensione: Disgorge Mexico
No, non è uno split. I canadesi Fuck the Facts non hanno fatto un disco assieme ai mitici brutalloni messicani Disgorge. Non si può neanche dire che i FTF abbiano voluto tributare le loro principali fonti di ispirazione, visto che hanno sonorità diversissime. Quindi, direte voi, perchè quel nome? Boh, vi dirò io. Tutto ciò che so è che il nome è dovuto ad un viaggio in Messico da parte di alcuni membri del gruppo, ma la coincidenza mi sembra troppa.
Comunque, bando alle ciance. Disgorge Mexico è il nuovo album dei Fuck The Facts, gruppo dedito ad un certo tipo di mathgrindcore pieno delle influenze più disparate e presente nelle folte schiere della Relapse Records.
Converge e The Dillinger Escape Plan sembrano essere le principali fonti di ispirazione: dai primi viene estrapolata quella vena melodica e introspettiva degli ultimi album, mentre dai secondi viene ripresa la voglia di stupire, di tessere trame intricate di tempi assurdi. Ovviamente, i paragoni vanno fatti con le dovute precauzioni, e infatti anche se le buone idee ci sono i Fuck The Facts non riescono a carpire quel “non so che”, quel carisma che le altre due band hanno in abbondanza. Nonostante questo, il disco rappresenta un passo avanti rispetto al precedente Stigmata High Five, facendosi ascoltare bene, con suoni decisamente buoni, parti cadenzate da pogo e sfuriate grind dove si mette in risalto l’ottima voce della cantante Mel Mongeon, veramente espressiva. La qualità dei musicisti è molto alta, oltre che per la già citata cantante anche il batterista Mathieu “Vil” Vilandre è autore di una grande performance, con tempi velocissimi ad altri più posati e ragionati, addirittura delicati.
Le parti sperimentali abbondano in tutto il disco, con stacchi melodici e di atmosfera di buona fattura che abbassano un po’ il tiro per quanto riguarda la violenza fine a se stessa ma che donano uno spessore in più, come nella bella As empires expand and collapse, dando all’ascoltatore la possibilità di trovare altri spunti e chiavi di interpretazione.
Insomma, Disgorge Mexico è un disco particolare, ricercato e abbastanza maturo anche se di sicuro non un capolavoro. Un album che potrebbe dare qualche soddisfazione ai fan più “progressisti” del grind senza comunque tralasciare troppo la vecchia guardia. Senz’altro buona musica, ma niente di miracoloso.
Tracklist
1. No Return
2. Absence And Despite
3. Kelowna
4. As Empires Expand And Collapse
5. Dead End
6. Driving Through Fallen Cities
7. La Culture Du Faux
8. State Of Panic
9. No Place For
10. The Storm
11. Apathy Is A Karma Killer
12. Golden Age
13. The Pile Of Flesh You Carry
14. Sleepless