Recensione: Dissimulate

Di Matteo Bovio - 8 Febbraio 2003 - 0:00
Dissimulate
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Anno: 2002
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75

Una band a cui dopo l’esordio non avrei dato mezzo punto, una band che mi sembrava nascondere la propria mancanza di idee dietro una facciata prefabbricata, torna sulla scena con una mazzatona che colpisce me e tutti coloro che avevano dubitato di loro in piena faccia. Ragazzi, sto parlando degli australiani The Berzerker e del loro nuovo lavoro… Sono dovuti passare 4 lunghi anni, ma il tempo è servito a riportarli sulla retta via.

Non posso descrivere il nuovo Dissimulate se prima non chiarisco ciò che mi portava a penalizzare il precedente lavoro. Nel loro esordio gli australiani cercavano di miscelare il grindcore più puro con elementi dei più disparati genere, in particolare industriali. Tentativo encomiabile (anche se non originale come si voleva far credere), non fosse che i Berzerker si dimostravano buoni esecutori di grind, ma pessimi ideatori nel resto. Il risultato era un ibrido, nè carne nè pesce, che personalmente mi aveva profondamente deluso.

Abbandonate le pretese innovative (che tutt’oggi reputo esser state una grandissima ruffianata) la band torna sulla scena con un lavoro dedito quasi totalmente ai suoni primordiali del grind. Dunque un secco stop alle tracce pseudo-atmosferiche, e un via ad un massacro con pochi precedenti. E, sorpresone, oggi dietro le pelli abbiamo un uomo in carne ed ossa; questo elimina uno dei problemi più evidenti dell’album precedente, ossia la programmazione banalissima della batteria. Tra l’altro nella ritmica il classico suono pulsante ed industriale è stato comunque mantenuto, il che da un effetto talmente violento che va ascoltato per essere realmente capito.

La prima “Disregard” è un ottimo esempio di violenza sonora, grazie ai suoi stacchi taglienti e ai doppi vocalizzi impeccabili (che mi hanno ricordato in maniera notevole i Cattle Decapitation del miglior periodo). Poco o nulla si sente della loro dichiarata ispirazione carcassiana, fatta eccezione per una manciata di riff particolari; nonostante questo si arriva presto a “Death Reveals”, destinata ad essere per lungo tempo nella mia playlist grindcore… Perfetta espressione di minimalismo e violenza, forte di un cantato assolutamente imbroccato e di un drumming devastante. In solo 2 minuti troverete concentrata l’essenza di quello che vorrei diventasse questa band nel futuro, ma questa è una decisione che di sicuro non spetta a me…

Altro episodio encomiabile è “Betrayal”, nella quale si rivela il lato deathster della band; un incipit anomalo e stranamente apocalittico introduce una canzone che non può che evocare la stessa medesima atmosfera. La band non gioca a fare l’intelletualoide, ma riesce ugualmente ad uscire dal contesto strettamente grind per dar vita ad un brano eccellente. Purtroppo non tutte le tracce riescono a mantenere lo stesso livello qualitativo; d’altronde sono bandite le parti anonime ed insignificanti. E la fine è tutta per “Corporal Jigsore Quandary”, che assume il puro significato di tributo in quanto reintepretata in maniera assolutamente fedele senza significative variazioni (eccettuato chiaramente il sound).

Dissimulate è un album diretto e immediato, che seppur possa non piacere del tutto rimane indiscutibilmente frutto di un certo impegno. Tutto questo mi lascia sperare ottimamente per un futuro della band ancora migliore, in cui si possa rimanere a bocca aperta per i Berzerker senza dover minimamente fare riferimento all’immagine o tutto quanto faccia da banale contorno. Per il presente “accontentiamoci” di questo gran bel cd.
Matteo Bovio

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